> > Guerra in Medio Oriente, Israele avverte: "Ostaggi liberi o raid su Rafah"

Guerra in Medio Oriente, Israele avverte: "Ostaggi liberi o raid su Rafah"

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Israele ha chiesto la totale liberazione degli ostaggi, contrariamente continuerà i bombardamenti su Rafah

Il ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz ha lanciato un avvertimento ad Hamas: “O i nostri ostaggi torneranno o espanderemo l’operazione a Rafah“.

Il monito di Israele ad Hamas

L’esercito israeliano si sta preparando a lanciare un’offensiva a Rafah, città meridionale di Gaza che prima della guerra contava una popolazione di circa 300mila abitanti. Attualmente la zona ospita oltre 1,4 milioni di persone, molte delle quali rifugiati che hanno cercato riparto dopo che le loro città sono state distrutte dai bombardamenti. Hamas tuttavia ha già fatto sapere che non accetterà nessun accordo a meno di una “completa cessazione dell’aggressione“, del “ritiro dell’esercito di occupazione da Gaza” e della “revoca dell’assedio ingiusto” nella Striscia da parte dell’IDF. A renderlo noto è stato Ismail Haniyeh, leder delle milizie palestinesi, in una dichiarazione riportata da Al-Jazeera.

Assediato l’ospedale a Khan Younis

Il più grande ospedale attivo di Gaza rimane sotto assedio da parte delle truppe israeliane. Giovedì l’esercito di Tel Aviv ha fatto irruzione nell’ospedale Nasser a Khan Younis, poiché riteneva che fosse un nascondiglio dei terroristi palestinesi. I testimoni e le organizzazioni umanitarie operanti al suo interno hanno reso noto che i pazienti e i medici hanno dovuto lasciare la struttura, mettendo a rischio le proprie vite.

L’appello delle organizzazioni umanitarie

Rafah è il capolinea, non c’è altro posto dove fuggire“, ha dichiarato Medici Senza Frontiere, spiegando che oltre 1,4 milioni di persone devono affrontare ogni giorno la guerra, la fame e le malattie. Sei organizzazioni umanitarie e per i diritti umani hanno messo in guardia dalle conseguenze “catastrofiche” di una potenziale offensiva di terra israeliana. La dichiarazione congiunta è stata firmata dai responsabili di Oxfam, Amnesty International, ActionAid, War Child, Danish Refugee Council e Handicap International.