Tensione alle stelle tra Trump e la Russia: il tempo stringe, e le sanzioni sono pronte a scattare.
Trump lancia un nuovo affondo: “La Russia ha dieci giorni, poi scatteranno le sanzioni”
«Dieci giorni da oggi.» Nessun giro di parole. Nessun margine di trattativa. Donald Trump, di ritorno dalla Scozia a bordo dell’Air Force One, parla chiaro con i giornalisti: se Vladimir Putin non accetterà il cessate il fuoco con l’Ucraina entro questo termine, la risposta sarà dura.
Anzi, durissima.
Trump lo dice con quel tono che conosciamo bene: «Metteremo i dazi. Non so se cambierà qualcosa, forse vuole continuare la guerra. Probabilmente sì». Fa una pausa. Poi aggiunge: «Ma è inaccettabile».
Non è solo retorica. Nella bozza trapelata dallo staff della Casa Bianca si parla di sanzioni secondarie alla Russia, un’escalation economica che colpirebbe anche i Paesi e le aziende che mantengono rapporti con Mosca. Tradotto: non solo la Russia, ma chiunque faccia finta di nulla.
Nessun segnale è arrivato dal Cremlino. Nessuna risposta. E Trump, seccato, alza la voce: «Una vergogna».
Russia sotto pressione da Trump? Mentre la guerra si inasprisce e gli attacchi si moltiplicano
Mentre Washington pianifica nuove misure contro Mosca, il conflitto sul campo si aggrava. A Zaporizhzhia, un attacco notturno ha colpito un penitenziario: diciassette morti, quarantadue feriti. Un colpo diretto, in piena notte. I dettagli arrivano via Telegram, rilanciati anche dal ministero della Giustizia ucraino. Ore 23:28. Esplosioni. Caos.
Ma non è tutto. Dall’altra parte del confine, nella regione russa di Rostov, un’ondata di droni ha colpito una stazione ferroviaria a Salsk. Almeno una vittima, incendi ovunque, centinaia di testimonianze online. E siamo a 400 chilometri dalla linea del fronte.
Trump osserva. Calcola. Agisce. Non è più solo una questione militare, è anche una guerra di nervi e pressioni economiche.
E l’ultimatum scorre. Dieci giorni. Poi, la stretta sulle sanzioni alla Russia. Forse definitiva.