Buenos Aires, 8 lug. (askanews) – Un lavoro che lo stesso artista definisce un “incidente di percorso”, ma che si inserisce perfettamente in una poetica e una ricerca che sono quelle di Gian Maria Tosatti, figura sempre più rilevante sulla scena internazionale, che a Buenos Aires ha presentato una nuova opera nell’abito del progetto di residenza Coordenadas.
Si tratta dell’installazione “Casa dell’anima #02 – Yo soy el pecato que tengo”, che è in un certo modo un’anticipazione del nuovo capitolo argentino del grande progetto di Tosatti sulla democrazia, “Il mio cuore è vuoto come uno specchio”.
“È una sorta di viaggio estremamente sofisticato e complesso – ci ha spiegato l’artista – dentro la storia di questo Paese da Peron a oggi. È un viaggio molto crudele perché è costruito con una partitura teatrale che si sospende su questo spazio di una festa finita con tutti questi bicchieri di cristallo infranti. L’audio che è sospeso sopra di esso è un montaggio teatrale, estremamente acuminato, che si pone come un botta e risposta continuo tra i vari presidenti e dittatori che si sono susseguiti in questi anni qui in Argentina e sembrano contraddirsi o dire tutti la stessa cosa in un dialogo che in fondo gira in loop senza mai risolvere nulla, che poi in fondo è ciò che è successo in questo Paese in tutti questi anni”.
I vetri infranti, la retorica, il senso costante di una perdita e il naufragio delle speranze: luoghi classici del lavoro di Tosatti che si ritrovano anche qui, con la consueta intensità.