Il capo della ricerca di Moderna: "Presto unica puntura per quattro virus"

Andrea Carfì, capo della ricerca della casa farmaceutica Moderna, ha annunciato che l'azienda sta studiando la messa a punto di un vaccino polivalente.

Il capo della ricerca per le malattie infettive di Moderna Andrea Carfì ha annunciato che l’azienda sta lavorando su vaccini polivalenti: presto potrebbe essere possibile effettuare un’unica puntura per essere immunizzati da quattro virus

Capo della ricerca di Moderna: “Preoccupa variante sudafricana”

Intervistato dal Corriere della Sera, l’esprerto ha innanzitutto fatto il punto sulle varianti e sulla protezione offerta dall’antidoto. Quella che preoccupa di più è la mutazione identificata per la prima volta in Sudafrica (B.1.351). Si è visto in studi di laboratorio che il preparato di Moderna risponde infatti cinque/sei volte in meno rispetto a quanto non faccia contro il virus originale o la variante identificata in Inghilterra (B.1.17).

Il capo della ricerca ha sottolineato che si stanno sperimentando sull’uomo due nuove versioni del vaccino, una contenente la sequenza della variante sudafricana e una con una combinazione di una sequenza genetica del virus mutato e dell’originale.

Capo ricerca di Moderna: “Obiettivo vaccini polivalenti”

Ciò a cui puntano gli scenziati è trovare formule multivalenti come per l’antinfluenzale che permettano di effettuare una sola dose ed essere protetti da quattro virus.

Con le tecnologie tradizionali (non a mRNA come quella utilizzata da Moderna e Pfizer) non sarebbe stato possibile così velocemente. “Per queste versioni modificate siamo riusciti ad avviare i test clinici ad appena 30-35 giorni dall’analisi dei dati che dimostravano quanto il virus identificato in Sudafrica fosse capace di diminuire di almeno cinque volte gli anticorpi neutralizzanti. Insomma ci teniamo pronti“, ha sottolineato. Carfì.

Per quanto riguarda la variante indiana, ha spiegato che preoccupa un po’ perché combina due mutazioni già viste in altre varianti.

Capo ricerca Moderna sui richiami 

L’esperto si è espresso anche sulla durata dei vaccini spiegando che negli immunizzati con doppia dose gli anticorpi neutralizzanti diminuiscono pur restando presenti sei mesi dopo. Si affaccia dunque laprospettiva di una terza dose di richiamo per il prossimo anno e anche per i successivi per riportare i valori degli anticorpi ai livelli ottenuti dopo essere stati vaccinati al completo o aver avuto l’infezione. 

Si tratta di una circostanza che si verifica anche con altri vaccini come l’anti-influenzale.

A tal proposito sono in corso altri studi clinici, per esempio per valutare dosaggi più bassi. Anziché 100 microgrammi a inoculazione come è ora, ha concluso Carfì,, si potrebbe scendere a 50 o 20 microgrammi se saranno sufficienti per dare una risposta immunitaria paragonabile a quelle attualmente utilizzate.