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Il PSG condannato a pagare 60 milioni di euro a Mbappé per stipendi non pagati

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La controversia tra Kylian Mbappé e il PSG si conclude con una sentenza favorevole per il calciatore, che riceverà 60 milioni di euro.

La controversia legale tra Kylian Mbappé e il Paris Saint-Germain ha finalmente trovato un epilogo, con il tribunale di Parigi che ha ordinato al club di versare 60 milioni di euro al calciatore per stipendi e bonus non pagati. Questa decisione segna un importante passo avanti in una delle dispute più accese nel mondo del calcio francese, che ha avuto ripercussioni sia sul club che sul calciatore.

Il contenzioso è iniziato quando Mbappé ha accusato il PSG di non aver rispettato gli accordi contrattuali, in particolare per quanto riguarda i compensi relativi ai mesi di aprile, maggio e giugno. La sentenza è stata emessa il 16 dicembre, dopo mesi di dibattimenti legali che hanno visto entrambe le parti avanzare richieste milionarie.

Il contesto della disputa

Il legame tra Mbappé e il PSG si è deteriorato significativamente nel periodo antecedente alla sua partenza per Real Madrid. I legali del calciatore hanno affermato che il club gli deve oltre 260 milioni di euro, sostenendo che il suo contratto a termine dovesse essere considerato un contratto permanente a causa di inadempienze da parte della squadra.

Le accuse reciproche

Durante il processo, il PSG ha accusato Mbappé di disloyalty, sostenendo che il calciatore non avesse informato la dirigenza della sua intenzione di non rinnovare il contratto, il che avrebbe impedito al club di ottenere un compenso economico adeguato. La squadra ha anche richiesto 440 milioni di euro per danni e perdite di opportunità legate alla partenza del giocatore.

Il verdetto e le sue implicazioni

Il tribunale ha stabilito che il PSG non ha fornito prove sufficienti per dimostrare che Mbappé avesse rinunciato ai suoi diritti contrattuali. I giudici hanno inoltre rigettato le argomentazioni del club, che sostenevano che il calciatore dovesse rinunciare interamente ai salari non pagati. Tuttavia, non sono state accolte tutte le richieste di Mbappé, comprese quelle relative a molestie morali e violazione dei doveri di sicurezza.

La sentenza ha riconosciuto che il club aveva omesso di pagare stipendi e bonus previsti dal contratto, confermando l’importanza di rispettare gli accordi stipulati. I legali di Mbappé hanno espresso soddisfazione per il verdetto, sottolineando la necessità di onorare gli impegni nel settore sportivo.

Le prospettive future

Questa sentenza potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro dei contratti sportivi e delle normative sul lavoro nel calcio francese. Mentre il PSG considera di appellarsi, il caso di Mbappé potrebbe aprire la strada a una maggiore attenzione alle condizioni contrattuali e ai diritti dei giocatori.

Il tribunale ha anche chiarito che il contratto di Mbappé non poteva essere considerato a tempo indeterminato, limitando quindi la portata di eventuali compensi legati a licenziamenti o preavvisi. La questione della classificazione dei contratti nel calcio professionistico rimane fondamentale per la risoluzione di dispute future.