Roma, 4 ago. (askanews) – Il Ten. Col. Angelo Battista Roseti (Comandante del Nucleo Informativo Antincendio Boschivo dipendente dal Tutela Forestale e Parchi del CUFAA), intervenuto in occasione della conferenza stampa “Tutela dei boschi e contrasto agli incendiari: a 25 anni dal Decreto Legge 4 agosto 2000, n. 220: Disposizioni urgenti per la repressione degli incendi boschivi”, promossa dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con Federparchi, TeleAmbiente e con l’adesione del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri (CUFAA), ha ricordato come “il N.I.A.B.
ha raccolto le varie attività di polizia amministrativa e penale scaturenti dall’applicazione della norma e condotte da tutte le articolazioni territoriali del CUFAA quali i Gruppi, i NIPAF, i Reparti Parco e i loro dipendenti nuclei”.
Importante innovazione, derivante dall’applicazione della norma, è stata l’introduzione del catasto degli incendi boschivi con onere in capo ai Comuni e la possibilità di utilizzare, per gli stessi, i rilievi realizzati dai Carabinieri Forestali. Il tutto, messo a sistema, consente di far emergere le violazioni ai vincoli imposti dalla norma facendo venir meno l’interesse a realizzare le condotte criminose. La norma risulta di particolare importanza e mette in risalto la duttilità d’impiego dei Carabinieri Forestali nell’applicarla, da cui emergono capacità di applicare metodi scientifici, (MEF) Metodo delle Evidenze Scientifiche, in maniera empirica, affidandosi all’esperienza. Il futuro vede il potenziamento di ulteriori tecnologie e l’implementazione dell’esperienza attraversi metodi di addestramento evoluti quali le sale immersive. “Anche le indagini subiranno un ulteriore balzo in avanti con il sistema integrato di controllo del territorio chiamato SDIMA, in fase di realizzazione. Le indagini sul campo degli incendi vedranno l’applicazione, direttamente sul luogo dell’incendio, del (MEG) Metodo delle Evidenze Geometriche attraverso tablet e software dedicati che consentiranno una semplificazione e una migliore precisione della ricerca dell’area di insorgenza dell’incendio e quindi della migliore capacità di individuare il punto d’inizio, là dove è probabile che ci siano i segni (DNA, impronte e/o oggetti) riconducibili all’incendiario”, ha aggiunto.