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Incidente pullman sulla Pedemontana, morta la maestra: perché l'autista è stato arrestato

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Incidente scolaresca e maestra morta: arrestato l'autista del pullman

Svolta nel caso relativo all’incidente, avvenuto lo scorso 19 maggio, che ha coinvolto un pullman con a bordo una scolaresca. Il mezzo andò a schiantarsi contro un camion che lo precedeva, un impatto violentissimo a seguito del quale perse la vita Domenica Russo, maestra di Sesto Calende che si trovava in gita con i suoi giovanissimi alunni.

Le indagini hanno portato all’arresto dell’autista, 60enne di Somma Lombardo. Per una ragione sconvolgente.

Incidente pullman, morì la maestra: arrestato l’autista

La polizia stradale di Busto Arsizio ha effettuato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, a seguito della richiesta del procuratore di Como Massimo Astori e firmata dal gip Maria Elisabetta De Benedetto. Essa riguarda l’autista del pullman con a bordo la scolaresca che si schiantò, il 19 maggio, sulla Pedemontana nel comune di Lomazzo provocando la morte della maestra che si trovava sul veicolo.

Una vera e propria svolta nelle indagini relative ad un incidente gravissimo: lo schianto del pullman contro il camion che lo precedeva, infatti, fu terribilmente violento. La maestra morì sul colpo mentre, solo nei giorni scorsi, si è concluso il lungo ricovero ospedaliero dell’autista, che a quel punto è stato convocato per essere interrogato in quello che è di fatto l’interrogatorio che precede l’arresto.

Incidente pullman, cosa stava facendo l’autista

L’uomo stava portando i bimbi della scuola di Cazzago Brabbia in gita e, secondo quanto emerso dalle indagini durate oltre due mesi, stava utilizzando il telefono cellulare. Per arrivare a questa conclusione la stradale ha analizzato diversi video effettuando comparazioni con l’esito delle analisi condotte sullo smartphone dell’autista. Si è così scoperto inequivocabilmente che in quel momento pur non essendo al telefono lo stava guardando, pertanto la sua concentrazione era rivolta al display piuttosto che alla strada. In virtù di quanto emerso dall’interrogatorio il giudice ha disposto i domiciliari, attenuando la richiesta di carcere della procura.