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Irpef in Piemonte: perché la nuova manovra fiscale è più di un semplice aumento

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La manovra sull'Irpef in Piemonte è solo l'ennesimo esempio di come il governo si occupa di noi: ecco perché dovremmo preoccuparci.

La recente approvazione della manovra fiscale sull’Irpef da parte del Consiglio regionale del Piemonte ha sollevato un polverone. Diciamoci la verità: in un periodo economico già difficile, un aumento delle tasse è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno. Ci troviamo di fronte a un’ulteriore pressione fiscale che colpirà i redditi medi e le famiglie, mentre il governo continua a parlare di sostegno e aiuto.

Ma cosa c’è veramente dietro questa manovra?

Un aumento che penalizza i ceti medi

La manovra prevede una maggiorazione dell’aliquota dell’addizionale regionale dell’Irpef dello 0,55% per i redditi tra i 15.000 e i 28.000 euro e dello 0,56% per quelli tra i 28.000 e i 50.000 euro. Questa scelta non è affatto casuale, anzi, è la conferma che il ceto medio italiano è già sotto pressione da anni. Secondo le ultime statistiche, oltre il 70% delle famiglie italiane si trova in una situazione di precarietà economica, e ora il governo decide di alzare le tasse proprio su di loro. Ma è davvero il momento giusto per farlo?

Inoltre, l’idea di introdurre detrazioni per le famiglie con più di due figli è un palliativo che non risolve il problema. I 100 euro per ogni figlio a carico e i 500 per i figli disabili sono una goccia nel mare rispetto a quanto le famiglie sono costrette a sborsare ogni mese. E chi ha figli a carico sa bene quanto sia difficile mantenere un equilibrio economico in queste circostanze. La realtà è meno politically correct: è un modo per addolcire una pillola che rimane amara.

Un’analisi controcorrente della situazione

La manovra sarà definitiva solo con la votazione finale del Disegno di legge “Assestamento al bilancio di previsione finanziario 2025 – 2027”. Ma perché non ci chiediamo se questa sia la vera soluzione ai problemi economici del Piemonte? Il re è nudo, e ve lo dico io: si tratta di un’operazione che mira a fare cassa, senza un reale piano di sviluppo per la regione. Le famiglie e i lavoratori non hanno bisogno di aggiustamenti temporanei, ma di politiche fiscali che promuovano la crescita e l’occupazione.

In un contesto di crisi, il governo dovrebbe puntare su investimenti e sostegno alle imprese, piuttosto che aumentare le tasse. Eppure, la storia ci insegna che la politica spesso fa scelte che sono lontane anni luce dalla realtà quotidiana dei cittadini. Ciò che serve è un cambiamento di rotta, non l’ennesimo aumento di tasse che non fa altro che gravare sulle spalle di chi già sta lottando per arrivare a fine mese.

Conclusione: riflessioni sul futuro

In conclusione, la manovra sull’Irpef in Piemonte è un chiaro segnale di come le istituzioni non comprendano le reali difficoltà delle famiglie e dei lavoratori. So che non è popolare dirlo, ma l’atteggiamento del governo è quello di un’elefante in una cristalleria: si muovono senza pensare all’impatto delle loro decisioni. La vera domanda è: vogliamo continuare a subire queste politiche fiscali o è arrivato il momento di alzare la voce?

Invito tutti a riflettere su queste questioni. Non possiamo più permetterci di essere passivi di fronte a decisioni che influenzano il nostro quotidiano. È tempo di pensare criticamente e di fare sentire la nostra voce, perché la nostra economia e il nostro futuro dipendono da scelte più giuste e sostenibili.