Il mistero attorno alla morte di Simona Cinà si infittisce. Nelle ultime ore, a rompere il silenzio è stata la sua sorella gemella, che ha rilasciato una dichiarazione destinata a riaccendere l’attenzione sul caso. Secondo quanto riferito, sarebbero state individuate alcune tracce sospette nei pressi della piscina della villa dove la giovane è stata trovata senza vita.
Un dettaglio che, se confermato, potrebbe aprire nuovi scenari nelle indagini.
Le precisazioni della Procura e i primi chiarimenti sulla morte di Simona Cinà
Nuovi elementi ufficiali emergono dall’indagine sulla morte di Simona Cinà. La Procura di Termini Imerese ha precisato che gli abiti indossati dalla ragazza – una maglietta verde e una minigonna di jeans – non sono andati perduti, ma sono stati acquisiti regolarmente tra i reperti, insieme al telefono cellulare e ad altri oggetti personali.
Anche la presenza delle bottiglie di alcolici, inizialmente smentita, è stata confermata: erano nella zona bar della villa e documentate attraverso fotografie scattate dagli inquirenti. Inoltre, smentendo le prime ricostruzioni della famiglia, sarebbe stato compiuto un tentativo di soccorso: due persone si sarebbero tuffate in acqua per recuperare Simona e cercare di rianimarla mentre si attendevano i soccorsi. I segni rossi visibili sul petto della giovane, secondo quanto ipotizzato dagli investigatori, sarebbero compatibili con le manovre salvavita praticate in quei concitati momenti.
Morte Simona Cinà, dichiarazioni choc della sorella gemella: trovate tracce sospette
Nonostante le ricostruzioni ufficiali, permangono interrogativi inquietanti. Roberta Cinà, sorella gemella della vittima, ha raccontato in un’intervista a Morning News di aver notato tracce di sangue nei pressi della piscina mentre cercava lo zaino della sorella. In quell’istante avrebbe visto un ragazzo seduto poco distante, visibilmente scosso, che però non avrebbe mai fornito spiegazioni su quanto accaduto.
Secondo quanto emerso dalle indagini, quelle macchie ematiche sarebbero attribuibili proprio al giovane, che si sarebbe ferito colpendo un oggetto con violenza dopo aver visto il corpo di Simona. Tuttavia, Roberta esprime dubbi: “Conosceva Simona. Non ha pianto, non è venuto da noi. Sì, il sangue, ma perché?”.
In attesa dei risultati dell’autopsia e degli esami tossicologici, che potrebbero fornire risposte decisive, restano aperte tutte le ipotesi: da un malore improvviso, a un incidente, fino alla possibilità – temuta dalla famiglia – che Simona possa essere stata vittima di un evento più grave, magari legato all’assunzione involontaria di sostanze. In mezzo a tante incertezze, una sola cosa è certa: una giovane vita è stata spezzata, e la verità è ancora tutta da scrivere.