Il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha rotto gli indugi e ha ritenuto necessario l’aumento dei tassi di interesse dello 0,25% dal prossimo 1° luglio.
Una decisione non sorprendente e annunciata già dallo scorso marzo e l’opinione comune è che l’Europa sia finita nella trappola di Vladimir Putin.
Fallita la “guerra lampo” con cui sperava di chiudere ogni discorso geopolitico con l’Ucraina, Putin è riuscito a colpire l’Europa. Sarebbe stato lui a scatenare questa guerra con anche l’obiettivo di innalzare il prezzo di gas, petrolio, grano, mais e acciaio.
Aumento dei tassi di interesse: il piano di Lagarde
Il programma della presidente della BCE, Christine Lagarde, è chiaro come da lei rivelato:
“Veniamo da 11 anni tassi di interesse fermi, usciremo presto dai tassi negativi ma è buona abitudine iniziare gradualmente“.
Un inizio graduale che, quindi, non esclude ulteriori rialzi:
“La calibrazione dell’aumento dei tassi a settembre dipenderà dalle prospettive aggiornate di inflazione a medio termine. Se le prospettive di inflazione a medio termine persistono o peggiorano, un aumento maggiore sarà appropriato alla riunione di settembre“.
Pericolo inflazione: le nuove proiezioni
Gli esperti hanno cambiato radicalmente le proiezioni di inflazione e adesso è opinione comune che questa rimarrà elevata per un periodo di tempo lungo.
Andando nello specifico, le nuove proiezioni prevedono un’inflazione annua al 6,8% nel 2022, prima che scenda al 3,5% nel 2023 e al 2,1% nel 2024, un valore superiore a quello delle proiezioni di marzo.