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La Flottiglia Globale Sumud Affronta Pericoli Avvicinandosi a Gaza

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Attivisti a bordo della Global Sumud Flotilla affrontano gravi minacce mentre si avvicinano a Gaza.

In un’atmosfera tesa, la Global Sumud Flotilla continua il suo viaggio verso Gaza, senza lasciarsi intimorire dai recenti attacchi droni che hanno preso di mira le loro imbarcazioni. Questi attivisti mirano a sfidare il blocco israeliano sul territorio palestinese, ma la loro missione è pericolosa mentre attraversano le acque greche, avvicinandosi al loro obiettivo.

Gli eventi recenti hanno intensificato il senso di urgenza e pericolo. L’attacco con droni di mercoledì non è stato un episodio isolato; rappresenta piuttosto un allarmante segnale di crescente ostilità da parte delle forze israeliane. Yasemin Acar, membro esperto del comitato di coordinamento della flottiglia, ha espresso la sua indignazione per l’incidente, descrivendolo come un ulteriore crimine di guerra contro civili innocenti impegnati in un’iniziativa umanitaria.

Una situazione precaria in mare

Prima dell’assalto dei droni, la flottiglia operava in uno stato di allerta elevato a causa delle minacce persistenti da parte di Israele. Acar, che aveva precedentemente tentato di raggiungere Gaza durante la flottiglia Madleen, ha esperienza diretta dei rischi coinvolti. A giugno, quella missione è stata intercettata dalle forze israeliane, con conseguente detenzione e deportazione dei membri dell’equipaggio.

Segnali di pericolo imminente

La sera precedente agli attacchi con droni, Acar ha notato tre oggetti non identificati profilati contro lo sfondo arancione del tramonto. Riconoscendo il potenziale pericolo, ha allertato i suoi compagni volontari a rimanere vigili mentre calava la notte. Questa misura proattiva si è rivelata cruciale quando il primo drone è apparso sopra la nave intorno alle 20:00 (17:00 GMT), dando inizio a una notte carica di ansia.

Durante la notte, l’equipaggio ha segnalato un allarmante aumento dell’attività dei droni, con un totale di 15 incidenti documentati. Entro le 23:00 (20:00 GMT), sono emersi problemi con i sistemi di comunicazione, preannunciando il tumulto che sarebbe seguito. In risposta, il team si è riunito in un punto di sicurezza designato, indossando giubbotti di salvataggio e preparando il peggio.

Minacce continue e supporto internazionale

La situazione è deteriorata con esplosioni che hanno scosso le acque circostanti la flottiglia, con un totale di tredici scoppi segnalati durante la notte. I volontari hanno assistito a lampi di luce e suoni di detonazioni, mentre crescevano le preoccupazioni per un possibile uso di armi chimiche. Nonostante il caos, Acar è riuscita a dichiarare una temporanea situazione di sicurezza all’alba di mercoledì.

Tuttavia, le sfide che devono affrontare sono tutt’altro che terminate. Giovedì, funzionari israeliani hanno ribadito la loro posizione, affermando che nessuna imbarcazione sarebbe stata autorizzata a entrare nella zona di conflitto. Eden Bar Tal, portavoce del Ministero degli Affari Esteri israeliano, ha etichettato la flottiglia come un atto provocatorio a sostegno di Hamas, un’accusa che gli attivisti respingono con forza.

Supportati da alleati internazionali

In un sorprendente sviluppo, la flottiglia ha ottenuto supporto da Spagna e Italia, che hanno inviato navi militari per fornire protezione mentre si avvicinano a Gaza. Il ministro degli Affari Esteri spagnolo, Jose Manuel Albares, ha confermato che la Spagna assisterà in risposta a una richiesta del Belgio, dimostrando una crescente solidarietà con la causa pro-palestinese in tutta Europa.

Questo nuovo sostegno coincide con ampie manifestazioni e blocchi portuali che si sono svolti in Italia nel fine settimana, segnalando un aumento del supporto pubblico per la missione degli attivisti. Mentre la flottiglia si avvicina sempre di più a Gaza, il peso emotivo del viaggio è palpabile tra i volontari, molti dei quali hanno trascorso oltre un mese lontano da casa e dai propri familiari.

Un viaggio alimentato dalla speranza

Lo sfondo della violenza continua contro la popolazione palestinese pesa pesantemente, con rapporti che indicano oltre 65.000 vittime e innumerevoli altri che soffrono per fame e devastazione. Tuttavia, in mezzo a tale disperazione, la solidarietà tra i volontari brilla intensamente. L’anticipazione di riunirsi con altri attivisti ricorda il loro scopo comune.

Gli eventi recenti hanno intensificato il senso di urgenza e pericolo. L’attacco con droni di mercoledì non è stato un episodio isolato; rappresenta piuttosto un allarmante segnale di crescente ostilità da parte delle forze israeliane. Yasemin Acar, membro esperto del comitato di coordinamento della flottiglia, ha espresso la sua indignazione per l’incidente, descrivendolo come un ulteriore crimine di guerra contro civili innocenti impegnati in un’iniziativa umanitaria.0