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Attacco notturno di Israele alla Freedom Flotilla: "Attivisti espulsi a breve"

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Intercettate in acque internazionali le navi umanitarie della nuova Freedom Flotilla: Israele conferma l’espulsione degli attivisti.

Torna la tensione nel Mediterraneo orientale dopo che la nuova Freedom Flotilla Coalition è stata intercettata in acque internazionali mentre tentava di raggiungere Gaza con un carico di aiuti umanitari. La missione, partita dall’Italia, è stata bloccata a oltre cento miglia nautiche dalla costa palestinese. L’episodio segue altri interventi simili, come quello contro la Global Sumud Flotilla, e riapre il dibattito sulla legittimità del blocco navale israeliano e sul diritto delle organizzazioni civili di garantire un passaggio sicuro verso la Striscia.

La posizione di Israele e il destino degli attivisti della Freedom Flotilla

Le autorità israeliane hanno confermato di aver intercettato la nuova Flotilla, precisando che i passeggeri sono «tutti sani e salvi e in buona salute» e che saranno espulsi nelle prossime ore. In una nota diffusa sui canali ufficiali, il Ministero degli Esteri israeliano ha definito l’iniziativa «un altro vano tentativo di violare il blocco navale legale ed entrare in una zona di combattimento», spiegando che le navi e i loro occupanti sono stati trasferiti in un porto israeliano.

Israele continua a giustificare il blocco marittimo imposto su Gaza come misura di sicurezza volta a impedire il traffico di armi, sostenendo che si tratta di una pratica conforme al diritto internazionale nei contesti di conflitto armato. Tuttavia, organizzazioni umanitarie e ONG criticano da tempo le conseguenze di questo blocco sulle forniture civili e sulle missioni di soccorso.

La Freedom Flotilla Coalition, già protagonista in passato di analoghi tentativi di inviare aiuti via mare, ha condannato l’azione come un’intercettazione illegale e ha annunciato l’intenzione di proseguire le proprie campagne per rompere l’isolamento di Gaza.

La Freedom Flotilla attaccata da Israele nella notte: “Attivisti espulsi a breve”

Secondo quanto riferito dalla Freedom Flotilla Coalition, l’intera spedizione composta da nove imbarcazioni è stata fermata dalle forze israeliane in acque internazionali, a circa 120 miglia nautiche dalla costa di Gaza. Gli organizzatori hanno segnalato che le comunicazioni sono state interrotte e che diverse navi risultano contrassegnate sui localizzatori come “intercettate”. Tra queste figura anche la Conscience, imbarcazione su cui viaggiavano 92 persone, in gran parte operatori sanitari e giornalisti.

La missione era salpata dal porto di Otranto lo scorso 30 settembre, trasportando aiuti umanitari per un valore superiore a 110.000 dollari, tra cui medicinali, dispositivi respiratori e generi alimentari destinati agli ospedali di Gaza.

A bordo si trovano circa 250 volontari provenienti da 30 Paesi diversi, tra cui sei italiani. La coalizione ha sottolineato che la Flotilla non rappresentava alcuna minaccia, ribadendo che “l’esercito israeliano non ha giurisdizione legale sulle acque internazionali” e che l’obiettivo era unicamente quello di garantire “un passaggio sicuro per consegnare aiuti vitali alla popolazione civile”.