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"La Giustizia Raccontata": le sfide dell'avvocato

Roma, 7 ott. (askanews) – Un prestigioso parterre istituzionale, politico e culturale si è riunito a Roma per confrontarsi sul ruolo cruciale dell’Avvocatura nell’Italia contemporanea. Lunedì 6 ottobre la suggestiva Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” ha ospitato l’evento “La giustizia raccontata – Le sfide dell’avvocato tra presente e futuro”. La discussione ha preso spunto anche dalle riflessioni offerte dagli autori dell’omonimo volume, Luca Ponti e Luca De Pauli, che hanno portato la loro visione sul ruolo dell’Avvocato nella società attuale.

Abbiamo parlato con l’Avvocato Luca Ponti, autore del libro “La giustizia raccontata – Le sfide dell’avvocato tra presente e futuro”:

“Le sfide sono tante, io ritengo che siano multiculturali, ci sarà la necessità che l’avvocato si doti di nuove competenze in materie sconosciute e esca dalla stretta conoscenza tecnica per accedere anche a forme di comunicazione, di empatia che richiederanno doti diverse”.

Un pomeriggio di alto profilo dedicato al cuore pulsante del sistema legale italiano. L’incontro si è rivelato una preziosa occasione di confronto e dialogo, animata da figure autorevoli del mondo giudiziario, istituzionale, politico e culturale. È poi intervenuto l’Avvocato Luca De Pauli, autore del libro “La giustizia raccontata – Le sfide dell’avvocato tra presente e futuro”:

“La cosa più importante è l’empatia. L’empatia è quello che contraddistingue l’avvocato e quello che farà sì che questa professione sarà sempre una professione umana, mai una professione meccanica, mai una professione gestita da strumenti tecnologici spinti. L’avvocatura è umanità, l’avvocatura è fantasia, l’avvocatura è intelligenza, ma non l’intelligenza artificiale, l’intelligenza naturale”.

La complessa professione di Avvocato è stata raccontata attraverso esperienze dirette e testimonianze che ne hanno tracciato il percorso storico, il ruolo attuale e le prospettive future. Momenti di riflessione condivisa hanno accompagnato l’analisi sull’evoluzione del sistema giudiziario italiano, offrendo una visione ampia e articolata.

“Sulla centralità del ruolo dell’avvocato ho già detto il rammarico di non averlo potuto inserire in Costituzione, la speranza che questo avvenga entro le fine della legislatura e il fatto che l’avvocato deve avere un’assoluta parità formale e sostanziale con il pubblico ministero, ciò è dovuto sia alla riforma del codice Vassalli degli anni 1988 1989, l’introduzione dell’articolo 111 della Costituzione e adesso auspichiamo il referendum sulla separazione delle carriere”. Queste le parole del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

Nel corso del pomeriggio, un parterre d’eccezione si è alternato al tavolo dei relatori, portando punti di vista complementari sull’avvocatura e sulle sue interazioni con i poteri legislativo ed esecutivo, a testimonianza di un dialogo corale capace di intrecciare politica, cultura e giustizia.