Un giovane di 17 anni, appassionato di arti marziali miste, ha confessato l’omicidio di Maria Campai a Viadana, in provincia di Mantova. Era stato il padre dell’adolescente a portarlo in caserma, sostenendo che se il figlio era colpevole, avrebbe dovuto subire le conseguenze delle sue azioni. La confessione del ragazzo è stata chiara e senza rimorso, rivelando che desiderava sperimentare cosa si sente ad uccidere.
Era diventato più fisicamente forte negli ultimi mesi e aveva recentemente ricercato sulla rete metodi per disarmare una persona con le mani vuote. Secondo le indagini preliminari, Maria Campai sarebbe stata prima stordita con degli attrezzi sportivi, e poi soffocata. Il padre dell’adolescente ha indicato la possibilità di almeno due complici nell’omicidio di Maria Campai. L’autopsia, programmata per martedì, servirà a determinare con precisione le circostanze e le cause della morte. Stranamente, il ragazzo aveva adottato come pseudonimo in un videogioco online il nome dell’assassino di Giulia Cecchettin, Filippo Turetta.