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La storia di Angelo Izzo rappresenta un paradosso inquietante nella cronaca italiana, un racconto che intreccia il passato oscuro con un presente sorprendente. A cinquant’anni dalla nota strage del Circeo e a venti dal massacro di Ferrazzano, Izzo, uno degli autori di tali crimini, ha raggiunto un traguardo accademico inaspettato. In un contesto che spesso sembra non perdonare, la sua laurea in Giurisprudenza segna un punto di partenza per un possibile riscatto personale.
Il cammino verso la laurea
Il 70enne detenuto ha discusso la sua tesi dal titolo Il lato oscuro dell’illuminismo giuridico, ottenendo un punteggio di 92 su 110. La discussione si è svolta all’interno del carcere di Velletri, dove un gruppo di professori dell’Università Roma Tre, tra cui il relatore Paolo Alvazzi Del Frate, ha assistito all’evento. Questo momento non è solo un traguardo accademico, ma rappresenta anche una forma di risocializzazione in un contesto di vita penalizzato.
Le emozioni di un avvocato
Rolando Iorio, avvocato di Izzo da oltre quindici anni, ha descritto l’orgoglio del suo assistito per il conseguimento della laurea. Secondo Iorio, questo risultato potrebbe portare Izzo a riflettere più profondamente sui grandi errori che ha commesso nel passato. La soddisfazione per il titolo accademico si mescola con un senso di responsabilità e una possibile opportunità di cambiamento.
Le ombre di un passato tragico
Nonostante il percorso di Izzo verso una nuova vita, il suo passato è costellato di eventi tragici e cruenti. Nel settembre del 1975, insieme ad altri complici, fu coinvolto nella strage del Circeo, un episodio che ha segnato la storia della violenza di genere in Italia. Le vittime, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, furono rapite e brutalmente aggredite. Lopez non sopravvisse, mentre Colasanti riuscì a salvarsi fingendosi morta, un atto di coraggio in una situazione disperata.
Gli aguzzini delle due giovani provenivano da famiglie benestanti di Roma e avevano legami con ambienti neofascisti. Questo background ha contribuito a rendere la strage del Circeo un caso emblematico di come la violenza possa affondare le radici in un contesto sociale disturbato. Le famiglie degli aggressori, vicine a movimenti estremisti, avevano precedenti per atti di violenza e reati sessuali, creando un quadro inquietante di una società che, a distanza di decenni, continua a combattere contro la violenza di genere.
Il pensiero delle vittime
La sorella di Rosaria Lopez, Letizia, ha recentemente espresso il suo dolore e la sua indignazione attraverso un’intervista. Dopo cinquant’anni, ha sottolineato come, nonostante il tempo trascorso, il problema della violenza sulle donne rimanga attuale e pressante. La sua affermazione che “mia sorella fu fortunata a morire subito” evidenzia la gravità della situazione e la continua lotta per la giustizia e il riconoscimento dei diritti delle vittime.
La storia di Angelo Izzo invita a riflettere sui temi della redenzione e della giustizia, mostrando come un passato di crimine possa coesistere con un tentativo di reinserimento sociale. Non si possono dimenticare le vittime e le cicatrici che restano nel tessuto della società.