La stretta di Putin sull’Ucraina: referendum, annessioni e stati cuscinetto

Una cintura di repubbliche-fantoccio che tenga lontana la Nato da Mosca, ecco la stretta di Putin sull’Ucraina: referendum, annessioni e stati cuscinetto

La stretta di Vladimir Putin sull’Ucraina non passa solo per step militari: in campo ci sono anche referendum, annessioni e stati cuscinetto.

Si tratta della strategia parallela con cui il Cremlino vuole “soffocare” il paese che ha attaccato ma che non ha ancora sconfitto e il Donbass, come scrive Open, non basterà. Non si tratta infatti solo di annettersi delle regioni separatiste di Donetsk ma di creare un sud dell’Ucraina che ucraino non lo sia più e che diventi un ovest russo a tutti gli effetti. Lo scopo è quello di creare stati-cuscinetto che proteggano la Russia dalla Nato.

Referendum, annessioni e stati cuscinetto

E come faranno da Mosca? Con i sempreverdi referendum di annessione spontenaea pilotati con mitra e soldi. Putin li vuole mettere in campo nelle sedicenti repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk esattamente mentre Cherson dichiarerà l’indipendenza dall’Ucraina. Il passo successivo sarà dare spina dorsale politica ai territori attualmente occupati da Mosca. Lo scopo finale è chiaro: una Repubblica Popolare dell’Ucraina sotto il controllo, diretto o indiretto, della Russia di Putin.

Le rivelazioni di Meduza e il rublo a Cherson

Chi ne parla? In particolare il media indipendente Meduza e le fonti vicine allo zar che hanno dato polpa all’articolo hanno fornito anche una data approssimativa: tra il 14 e il 15 maggio dovrebbero tenersi le consultazioni, consultazioni che andrebbero a coinvolgere anche Cherson, a contare che proprio lì dal primo maggio la moneta ufficiale sarà il rublo. E lo si farà con una sottigliezza giuridica: votando cioè non per l’annessione alla Russia ma per l’indipendenza dall’Ucraina.