L'avviso di Trump a Mosca: "Arriveranno i missili"

Trump minaccia la Russia che lancerà missili sulla Siria, se Putin continuerà a sostenere Assad, e la Russia promette una risposta immediata.

Gli Stati Uniti di Donald Trump mandano un avviso alla Russia neo-rieletto per la quarta volta Vladimir Putin: argomento, la martoriata Siria.

Quando Trump è stato eletto, sembrava che dovesse essere alleato di Putin – il Russia-gate non è ancora concluso -, ma non è proprio così. Lo dimostra anche l’ultimo tweet di Trump, che schernisce la Russia perchè ha promesso di abbattere tutti i missili americani sparati verso la Siria ed esorta l’ex Unione Sovietica a “prepararsi” perchè ne arriveranno altri ben più sofisticati – nel giro di 48 ore -. Poi tuona che Putin non dovrebbe “essere partner di un animale che uccide col gas, uccide il suo popolo e si diverte!”, riferendosi al presidente siriano Bashar al-Assad.

Dal canto suo la Russia aveva ammonito poche ore prima che, gli USA avessero sganciato missili sulla Siria, avrebbe dato una risposta “immediata”. “L’America sganci missili contro i terroristi”, ha esortato, non contro il legittimo governo siriano.

Il tweet del presidente USA

Trump, nel suo “avviso” social, ha osservato sempre su Twitter che le relazioni tra Stati Uniti e Russia non sono mai state così tese, nemmeno durante la Guerra Fredda, e ha aggiunto che non c’è ragione perchè ciò accada – perciò Putin dovrebbe comportarsi in modo diverso -.

La risposta di Mosca

La Russia, attraverso la portavoce del suo ministero degli Esteri, Maria Zacharova, ha risposto all’avviso di Trump che i “missili intelligenti” dovrebbero colpire “i terroristi”, l’Isis – non ancora del tutto sconfitta in Siria -, non “il governo legittimo” di Bashar al-Assad; spiegando inoltre che i missili americani distruggerebbero le prove circa gli attacchi chimici – come quello di Douma nei giorni scorsi -, di cui l’esercito fedele al figlio del defunto Hafez al-Assad è accusato.

Non solo: il vicepresidente della commissione Difesa in Senato Yevgeny Serebrennikov ha fatto presente che le basi militari aeree e navali russe, e i soldati russi presenti in Siria, sono protetti da dopo la minaccia di Washington – proprio a seguito della strage a Douma -.

Serebrennikov si è detto convinto che gli USA non agiranno, ma che in caso contrario la risposta della Russia sarebbe “immediata”, come aveva già annunciato il suo capo di Stato maggiore. L’inviato di Mosca in Libano, Alexander Zasypkin, ha precisato che ciò significherebbe l’abbattimento dei missili, dopo averli intercettati, e colpire le loro basi di lancio. Intanto in Siria si continua a morire da sette anni.