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Le autorità filippine negano il legame tra i sospetti e l'addestramento terroristico

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Le autorità filippine hanno emesso dichiarazioni ufficiali per chiarire la situazione in merito ai sospetti coinvolti nell'attacco di Bondi Beach.

Nelle ultime ore, la questione del collegamento tra i sospetti autori dell’attacco di Bondi Beach e la presunta formazione militare nelle Filippine è stata al centro del dibattito. Il consigliere per la sicurezza nazionale filippino, Eduardo Ano, ha rilasciato dichiarazioni che mirano a chiarire i fatti, affermando che non ci sono prove concrete a sostegno di tali accuse.

In seguito all’attacco avvenuto a Sydney, dove hanno perso la vita 15 persone durante un evento ebraico, le autorità australiane hanno avviato un’inchiesta approfondita. I due sospetti, Sajid e Naveed Akram, sono stati identificati come viaggiatori nelle Filippine dal 1 al 28 novembre, ma secondo Ano, la loro permanenza non avrebbe consentito alcuna forma di addestramento militare.

I fatti

Ano ha confermato che i due uomini sono arrivati a Manila prima di spostarsi a Davao City, situata sull’isola di Mindanao. Sajid ha utilizzato un passaporto indiano, mentre Naveed ha presentato quello australiano. Nonostante il loro soggiorno prolungato, le informazioni indicano che i sospetti trascorrevano gran parte del tempo nelle loro stanze d’albergo, uscendo solo per brevi periodi.

Attività in Davao

Secondo quanto riportato da MindaNews, i due uomini erano generalmente poco attivi e non hanno mai lasciato l’hotel per più di un’ora alla volta. Questa routine ha portato le autorità filippine a ritenere che non ci siano stati elementi che possano sostenere l’idea di un addestramento terroristico.

Risposta delle autorità australiane

Di fronte a questi eventi drammatici, il Primo Ministro australiano Anthony Albanese ha annunciato l’intenzione di introdurre misure legislative più severe contro l’odio. Ha sottolineato che il paese ha visto un incremento dell’antisemitismo negli ultimi mesi, in particolare dopo gli attacchi di Hamas in Israele.

Albanese ha descritto l’attacco di Bondi Beach come uno dei peggiori atti di violenza nella storia recente dell’Australia, colpendo non solo la comunità ebraica, ma l’intera società australiana. La sua reazione si è tradotta in una proposta di legge che mira a rendere più facile perseguire i reati di odio e violenza, includendo misure per rifiutare i visti a chi promuove divisioni nel paese.

Legislazione contro l’odio

Il Primo Ministro ha indicato che le nuove leggi prevederanno anche sanzioni per le organizzazioni i cui leader si rendono colpevoli di discorsi d’odio. L’obiettivo è quello di affrontare un problema che minaccia la coesione sociale e la sicurezza del paese.

La situazione a Mindanao

Ano ha anche messo in discussione le rappresentazioni di Mindanao come un centro di estremismo violento. Ha affermato che tali affermazioni sono obsolete e non riflettono l’attuale situazione della sicurezza nel paese. Dal 2017, le forze di sicurezza filippine hanno compiuto progressi significativi nel ridurre l’influenza dei gruppi affiliati all’ISIS, soprattutto dopo la secessione di Marawi.

Grazie a un accordo di pace del 2014, che ha portato alla creazione della regione autonoma del Bangsamoro, si è registrata una certa stabilità in Mindanao. Tuttavia, piccoli gruppi ribelli continuano a lanciare attacchi sporadici, mantenendo viva la preoccupazione per la sicurezza nella regione.

Il contesto attuale richiede attenzione da parte delle autorità australiane e filippine, mentre si cerca di combattere il terrorismo e la diffusione dell’odio. La collaborazione internazionale e le riforme legislative possono giocare un ruolo chiave nel garantire un futuro più sicuro per entrambe le nazioni.