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Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, i legislatori francesi si preparano per una delle ultime possibilità di approvare il bilancio per il 2026. Questa situazione è caratterizzata da un clima di forte tensione politica, complicato da divergenze significative tra i vari partiti e le due camere del Parlamento.
Il bilancio statale e quello della sicurezza sociale presentano un deficit previsto del 5,3% rispetto al prodotto interno lordo, un dato che supera le aspettative precedentemente fissate dal governo, ovvero il 5% stabilito da Sébastien Lecornu lo scorso ottobre e il 4,7% promesso a Bruxelles.
Queste cifre rendono ancor più delicata la situazione, poiché la Francia cerca di mantenere la propria credibilità economica.
La complessità delle trattative
Venerdì, quattordici legislatori delle due camere si riuniranno in una commissione mista per cercare di giungere a un accordo. Tuttavia, le prospettive di successo appaiono cupe, considerati i conflitti radicali sui temi prioritari del bilancio. Durante la prima votazione, il progetto di legge sul bilancio statale ha ottenuto solo un voto favorevole tra i 577 membri dell’Assemblea Nazionale, segnando una chiara disconnessione tra le aspettative del governo e la realtà politica.
Il Partito Socialista, che ha giocato un ruolo cruciale nel passaggio del bilancio per la sicurezza sociale, potrebbe rivelarsi fondamentale anche in questa fase. Recentemente, hanno espresso preoccupazione riguardo alla possibilità di votare contro l’attuale versione del bilancio, suggerendo un’astensione in cambio di un incremento di 10 miliardi di euro nelle spese, da finanziare attraverso un aumento delle tasse. Questa strategia potrebbe influenzare notevolmente il risultato finale delle trattative.
Le dichiarazioni del governo
Sébastien Lecornu, il Primo Ministro, ha messo in guardia sui pericoli economici derivanti da un eventuale fallimento nel completare il bilancio entro il 1 gennaio. La situazione è aggravata dal fatto che l’anno scorso la Francia non è riuscita a concludere in tempo i suoi piani fiscali. Durante una recente seduta al Senato, Lecornu ha ribadito l’urgenza dicendo: “È fondamentale avere un bilancio prima della fine dell’anno”.
Il Primo Ministro ha manifestato ottimismo, sostenendo che un compromesso è ancora possibile. Ha esortato i membri del governo a sforzarsi per facilitare le discussioni informali che si svolgeranno preannunciando la riunione di venerdì. Ma nonostante queste intenzioni, i membri delle varie fazioni politiche coinvolte nelle trattative rimangono scettici riguardo alle possibilità di un accordo.
Previsioni pessimistiche
Politici di varie estrazioni, tra cui il deputato di estrema sinistra Eric Coquerel e il centrista Charles de Courson, hanno espresso dubbi sul fatto che le negoziazioni possano portare a un esito positivo. “Il dado è tratto, non potrà passare”, ha dichiarato de Courson, evidenziando il clima di incertezza che pervade le discussioni. Se le trattative si concluderanno senza un accordo, il governo sarà costretto a implementare una misura transitoria, estendendo il bilancio del 2025 al nuovo anno.
Possibili scenari futuri
Se il governo non riuscisse a trovare un compromesso, un bilancio minimalista potrebbe essere l’unica soluzione praticabile per garantire il funzionamento degli organi statali, rimandando l’approvazione completa al 2026. Questo scenario, sebbene non ideale, potrebbe consentire a Lecornu di evitare il caos politico che ha contraddistinto i suoi predecessori, che avevano dovuto affrontare gravi crisi dopo fallimenti simili. La situazione rimane quindi tesa, con la Francia che attende di vedere se i suoi legislatori sapranno trovare un’intesa prima della scadenza.