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Libri, Lia Piano e la vita come un unico grande trasloco

Milano, 23 ott. (askanews) – Una donna inquieta e brillante, una improvvisa eredità, i cambiamenti e le complicazioni, i sogni e i problemi quando questi a un certo punto sembrano avverarsi, e anche il paesaggio della Liguria, che accompagna tutta la storia. Lia Piano ha scritto per Bompiani il romanzo “L’arte di perdersi – Storia dei miei traslochi”

“Il trasloco – ha detto la scrittrice ad askanews – è praticamente il suo mezzo di trasporto, cioè l’unico modo di spostarsi che lei conosce è raccogliendo tutto quello che possiede e spostandosi insieme a tutta e tutta la sua vita.

Poi ogni trasloco, lo sappiamo tutti, spaventa così tanto perché è anche una grande occasione di reinventarsi, di ripensarsi in uno spazio nuovo, di fare finalmente fare i conti con qualcosa che non vale più la pena di portarsi dietro, qualcosa che invece bisogna andare a cercare altrove. Quindi insomma è una parola che ne contiene tante altre, una parola matrioska, ne ha dentro tante”.

La storia raccontata da Lia Piano è brillante, mostra spaccati della vita contemporanea che sono di estrema attualità, e vive dell’empatia per la sua protagonista. Ma ci parla anche del mondo delle regole, e di come l’imprevisto arrivi sempre e, nei libri, sia un potente motore narrativo.

“A me piaceva molto l’idea di raccontare anche un cantiere – ha aggiunto – perché la burocrazia fa un brutto scherzo alla protagonista di questo romanzo, che nelle primissime pagine eredita una casa, non semplicemente una casa, eredita la casa che lei ha letteralmente sempre sognato, soltanto che capisce che se tutto andasse così liscio non ci avrei scritto un romanzo. Per cui insieme all’eredità della casa arriva anche un certificato di inagibilità. Quindi lei inizialmente decide di occupare abusivamente la sua stessa casa, diventa l’abusivo di se stesso e poi capisce che invece dovrà affrontare, oltre ai traslochi che scandiscono il tempo del romanzo, anche questa ristrutturazione”.

Alla fine le cose trovano un modo di andare dove è giusto che vadano e le storie si incastrano come devono. Il libro ha compiuto il suo trasloco: dalla pagina al lettore, che lo ha fatto suo, riconoscendolo.