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**Libri: è morto Klaus Wagenbach, l'editore tedesco che amava l'Italia** (2)

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(Adnkronos) - Dopo la formazione di libraio Klaus Wagenbach consegue il dottorato nel 1957 con una tesi su Franz Kafka, la cui vita e opera continueranno ad affascinarlo. Il germanista lavora poi come editor, dal 1959, per la casa editrice S. Fischer, e più tardi anche come commentatore press...

(Adnkronos) – Dopo la formazione di libraio Klaus Wagenbach consegue il dottorato nel 1957 con una tesi su Franz Kafka, la cui vita e opera continueranno ad affascinarlo. Il germanista lavora poi come editor, dal 1959, per la casa editrice S. Fischer, e più tardi anche come commentatore presso l'emittente Bayerischer Rundfunk. Perde entrambi i posti di lavoro a causa di una lettera di protesta al procuratore generale in merito all'arresto di un editore tedesco durante una fiera del libro. Nell'autunno del 1964 fonda a Berlino la casa editrice Verlag Klaus Wagenbach.

Con le opere giovanili di Wolf Biermann raggiunge tirature notevoli; poi diventa l'editore dei rivoluzionari e, negli esplosivi anni Settanta, della Rote Armee Fraktion (Raf), gruppo terroristico tedesco di estrema sinistra. Tenne un discorso sia al funerale della terrorista della Raf Ulrike Meinhof, sia a quello dell'editore Giacomo Feltrinelli. In seguito a conflitti interni, nel 1973 la casa editrice, che era stata trasformata in un collettivo, va in pezzi. Da quel momento Klaus Wagenbach punta su letteratura nuova pubblicando Rudi Dutschke, Erich Fried e Boris Vian e promuovendo gli autori italiani quali Alberto Moravia, Luigi Malerba e Natalia Ginzburg. Nel 2010 è stato il primo editore a ricevere il Premio Kurt Wolff per l’opera omnia.

Nella Germania post-bellica, di fronte alla rimozione collettiva del nazismo, di fronte a "una considerevole maggioranza di complici tolleranti, io non fui tollerante, bensì furibondo, fino agli anni Sessanta-Settanta – ha scritto Wagenbach nelle sue memorie – Il mio unico sogno era infatti quello di approfittare della libertà offertaci dalla pace, con la lettura, la partecipazione politica e infine con la diffusione di idee nuove, di una letteratura nuova".

(di Paolo Martini)