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Caso Liliana Resinovich, dura presa di posizione del legale di Sebastiano Visintin

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Il legale di Sebastiano Visintin, Paolo Bevilacqua, interviene sul caso Resinovich in un’intervista al Corriere della Sera.

Il caso di Liliana Resinovich continua a far discutere. A distanza di oltre tre anni dalla scomparsa della donna triestina, ritrovata senza vita nel gennaio 2022, il dibattito attorno alle circostanze della sua morte non si placa. Al centro dell’attenzione mediatica torna Sebastiano Visintin, marito di Liliana, questa volta attraverso le parole del suo legale, Paolo Bevilacqua, che interviene con fermezza in un’intervista al Corriere della Sera, rispondendo alle polemiche e alle ipotesi che ancora oggi circolano sul caso.

La morte di Liliana Resinovich e le accuse di Claudio Sterpin

Nel corso di una recente puntata del programma Quarto Grado, Claudio Sterpin, amico e presunto amante della donna, ha sollevato gravi sospetti nei confronti di Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich. Secondo Sterpin, Visintin avrebbe avuto un possibile interesse economico legato alla scomparsa della moglie, sostenendo che l’uomo percepisse comunque la pensione di Liliana e che, in una conversazione con una cugina della vittima, avesse ipotizzato l’eventualità di attendere dieci anni per ottenere la dichiarazione ufficiale di morte presunta.

Le affermazioni hanno immediatamente acceso lo studio televisivo: il conduttore Gianluigi Nuzzi ha reagito con durezza, accusando Sterpin di lasciar intendere che Visintin potesse essere in qualche modo coinvolto nella morte della donna.

“Evidentemente il killer di Liliana Resinovich ha mandato un telegramma a Sebastiano dicendogli che sua moglie era morta e dove fosse il cadavere”, ha aggiunto l’uomo. Tuttavia, messo alle strette, Sterpin ha poi cercato di precisare la sua posizione negando di aver mai affermato che Visintin fosse l’assassino, pur lasciando intendere che l’uomo potrebbe aver avuto un ruolo, diretto o indiretto, nel ritrovamento del corpo.

Caso Liliana Resinovich, il legale di Sebastiano Visintin interviene duramente

Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, è stato al centro dell’attenzione mediatica sin dai primi giorni della scomparsa della donna, divenendo una figura controversa nel dibattito pubblico. Nonostante le numerose speculazioni e insinuazioni, fino ad oggi non è mai stato formalmente iscritto nel registro degli indagati.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il suo legale, Paolo Bevilacqua, ha rilasciato dichiarazioni significative, affermando che sarebbe auspicabile un atto formale di indagine nei confronti del suo assistito. Secondo Bevilacqua, un’eventuale iscrizione permetterebbe a Visintin non solo di difendersi in modo pieno e ufficiale, ma anche di ridurre sospetti e pressione mediatica.

“Dal punto di vista mediatico è indagato da quando è scoppiato il caso e sono più di tre anni. La vox populi è quella. Ma se vogliono interrogarlo o fare qualche accertamento tecnico non ripetibile o, che ne so, una perquisizione o un sequestro lo devono iscrivere, e questo al momento non è successo. Ma le dirò di più: io auspico che venga indagato“.

A tal proposito, l’avvocato Bevilacqua ha osservato che un’eventuale indagine formale potrebbe contribuire ad abbassare la pressione mediatica sul suo assistito e, forse, convincerlo a smettere di esporsi in televisione con dichiarazioni poco ponderate. Ha spiegato di aver sempre consigliato a Visintin di evitare apparizioni pubbliche, ritenendole potenzialmente dannose. Anche una persona innocente rischia di cadere in contraddizioni o imprecisioni sotto il peso di continue domande, specialmente se stanca o sotto stress, e quelle parole possono poi essere strumentalizzate.

Di recente, infatti, rinviato a giudizio per diffamazione a seguito di dichiarazioni in tv, Visintin non è più apparso nei salotti televisivi.

“Gliel’ho imposto: o così o ti mollo. Non tollero la spettacolarizzazione, questa folle mediaticità, non è il mio mondo, sarò fatto anche all’antica ma penso che i processi si debbano celebrare nelle sedi deputate”.

Riguardo al caso, l’avvocato Bevilacqua si è pronunciato con una posizione netta, pur lasciando aperta la possibilità di scenari diversi. Ha spiegato che, a suo avviso, non è escluso che la morte di Liliana Resinovich possa essere stata il risultato di un gesto estremo della donna stessa, sebbene lo ritenga un atto anomalo. L’avvocato ha sottolineato che, per lui, l’ipotesi di un suicidio rimane ancora valida, nonostante le circostanze particolari del caso.