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L'Ungheria Ferma l'Emissione di Eurobond per Sostenere l'Ucraina: Cosa Significa per l'Europa?

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L'Ungheria rifiuta l'emissione di eurobond, ostacolando i piani dell'Unione Europea per il sostegno all'Ucraina.

La situatione economica dell’Ucraina è sempre più critica e il sostegno dell’Unione Europea è diventato essenziale. Tuttavia, la recente decisione dell’Ungheria di escludere l’emissione di eurobond ha complicato i piani di finanziamento destinati a Kyiv. Questo sviluppo si verifica in un momento in cui l’Unione Europea cerca alternative per garantire assistenza finanziaria a un Paese in guerra.

Il veto ungherese e le sue conseguenze

Venerdì scorso, il governo ungherese ha formalmente rifiutato l’idea di emettere eurobond per supportare l’Ucraina. Questa scelta ha escluso una potenziale soluzione per un prestito di 165 miliardi di euro che l’Unione Europea intendeva fornire a Kyiv. La Commissione Europea aveva proposto di utilizzare i fondi congelati della Banca centrale russa, ma l’opposizione di alcuni Stati membri, in particolare del Belgio, ha complicato ulteriormente la situazione.

Le paure del Belgio

Il Belgio, che detiene la maggior parte dei beni congelati, ha manifestato forti preoccupazioni per possibili ritorsioni da parte del Cremlino. Il primo ministro belga, Bart De Wever, ha espresso timori riguardo alla responsabilità del suo Paese in caso di azioni legali da parte della Russia. Le sue preoccupazioni sono state accolte con serietà da altri leader europei, inclusi quelli coinvolti nei colloqui in corso.

Strategie alternative per il finanziamento

Nonostante il veto dell’Ungheria, la Commissione Europea ha presentato un piano che prevede l’uso di eurobond come una delle due opzioni principali per garantire il finanziamento per l’Ucraina. La seconda opzione consiste nel basare il prestito su riserve immobilizzate della banca centrale russa. Tuttavia, per procedere con l’emissione di eurobond è necessaria l’approvazione unanime degli Stati membri, complicando ulteriormente la situazione.

Il ruolo della Germania

Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha tentato di mediare tra le parti. In un incontro con De Wever, ha sottolineato l’importanza di trovare una soluzione che possa garantire il trasferimento dei fondi congelati all’Ucraina. La Germania si è offerta di garantire fino al 25% dei fondi, ma il Belgio richiede una copertura più ampia per sentirsi a proprio agio nel procedere.

Il futuro del sostegno all’Ucraina

La situazione rimane incerta. Gli ufficiali europei non si aspettano una rapida risoluzione, a causa del forte dissenso di alcuni Stati membri. Nonostante ciò, la Commissione sta cercando di rassicurare il Belgio, sostenendo che la proposta di prestito non comporta rischi legali significativi e affronta le preoccupazioni espresse.

Il piano prevede che 115 miliardi di euro siano destinati a sostenere l’industria della difesa ucraina nel corso dei prossimi cinque anni, mentre ulteriori 50 miliardi di euro sarebbero utilizzati per le necessità di bilancio di Kyiv. Tuttavia, senza il consenso di tutti i membri, il piano rischia di rimanere nel limbo.

Il 18 dicembre, i leader dell’Unione Europea si riuniranno a Bruxelles per discutere questa iniziativa cruciale. Con l’Ungheria che ha già espresso il suo veto, sarà fondamentale trovare un compromesso che soddisfi tutti gli interessati, altrimenti l’Ucraina potrebbe trovarsi in una situazione ancora più difficile.