Milano, 9 ott. (askanews) – “Per me fare mostre, questo sembra un po’ ambizioso e non voglio sembrare neanche trombone, è un modo per misurarsi con le immagini. Viviamo in una cultura dell’immagine, viviamo in una cultura di immagini volatili, digitali, onnipresenti, viviamo in una cultura anche di inquinamento visivo”. Lo ha detto ad askanews Massimiliano Gioni, uno dei più importanti curatori sulla scena internazionale, in occasione dell’inaugurazione dell’ultimo progetto della Fondazione Trussardi, la mostra ‘Fata Morgana’.
“È sintomatico, anche se ne sono appassionato – ha aggiunto Gioni – che uno dei ultimi contributi del Made in Italy, si chiami Italian Brain Rot, ed è generato da macchine e sono immagini tra lo disgustoso e l’affascinante. Tutto questo per dire che fare mostre, ma anche essere artisti o comunque avere un atteggiamento critico, non nel senso noioso, ma un senso di analisi e scoperta delle immagini, non può che farci bene. E questa mostra spero inviti a ripensare alle immagini. Se pensiamo alle foto delle medium con gli ectoplasmi e così via fatte nell’ottocento quando nasceva la fotografia, che come oggi l’intelligenza artificiale rendeva credibile dei fenomeni che non lo erano e quindi guardarle oggi spero che ci inviti sia a sorriderne sia a dubitare di immagini che vogliono dirci cose che spesso tragicamente aizzano l’odio e che invece dobbiamo saper