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Nuova intimidazione mafiosa alla gip Francesca Mariano: testa di capretto sulla tomba del padre

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Testa di capretto e minacce mafiose: la vicenda della gip Francesca Mariano tra intimidazioni e coraggio.

Il volto della giustizia in Salento è stato più volte minacciato con gesti di inaudita violenza simbolica, tra i quali spiccano gli inquietanti episodi che hanno visto come vittima la giudice Francesca Mariano. La scoperta di teste di capretto recise, lasciate davanti alla sua abitazione o addirittura nascoste sulla tomba del padre, rappresenta non solo un oltraggio personale ma un chiaro messaggio mafioso diretto alla magistratura che combatte la criminalità organizzata.

Sotto scorta da un anno: la gip Mariano e le minacce mafiose precedenti

Da oltre un anno, la giudice Maria Francesca Mariano vive sotto scorta a causa delle continue minacce ricevute per il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata. Già nel febbraio 2024, davanti alla porta della sua abitazione venne lasciata una testa di capretto insanguinata infilzata da un coltello, accompagnata da un biglietto con la parola “Così”.

In seguito, nell’ottobre dello stesso anno, un ritaglio di giornale con la sua fotografia fu rinvenuto nell’aula del tribunale di Lecce, circondato dal disegno di una bara e di croci realizzate a pennarello nero. Gli episodi fanno parte di una serie di intimidazioni coordinate, con minacce di morte e tentativi di aggressione, legate all’operazione antimafia “The Wolf”, che nel luglio 2023 aveva portato allo smantellamento del clan Lamendola-Cantanna.

Alcuni indagati, tra cui Pancrazio Carrino, avevano pianificato attacchi diretti, come l’aggressione a un pm della Dda di Lecce, Carmen Ruggiero, falliti grazie all’intervento della giustizia.

Nuova minaccia per Francesca Mariano: testa di capretto sulla tomba del padre del gip

Ieri, mentre si recava al cimitero di Galatina per rendere omaggio al padre, Mariano ha scoperto un nuovo atto intimidatorio: mezza testa di capretto con un coltello, legata a un nastro su cui campeggiava la minaccia “Prima o poi”. Questo episodio, l’ennesimo di una persecuzione iniziata nel settembre 2023, ha suscitato immediata reazione delle istituzioni locali e nazionali.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha espresso la sua vicinanza alla magistrata. Allo stesso modo, Saverio Congedo (Fratelli d’Italia), Claudio Stefanazzi (Partito Democratico) e Leonardo Donno (M5S) hanno sottolineato l’importanza di garantire protezione a chi ogni giorno si impegna nella lotta contro la mafia.

“Auspico che venga fatta chiarezza al più presto e che i responsabili di questo vile e vergognoso atto vengano individuati, ha dichiarato il deputato Donno.

Nonostante le minacce, Mariano continua a svolgere le sue funzioni al tribunale e partecipa a iniziative pubbliche, tra cui la presentazione imminente di un reading teatrale dedicato al giudice Rosario Livatino, simbolo del coraggio nella lotta contro la criminalità organizzata.