Roma, 1 set. (Adnkronos) – "Il dibattito sterile lo lasciamo agli altri. Noi, per aiutare il popolo palestinese, ci muoviamo con fatti concreti e continueremo a farlo". Lo ha detto al Messaggero il ministro degli Esteri Antonio Tajani, alla vigilia dell'arrivo a Roma della ministra degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese Varsen Aghabekian, con cui oggi il vice premier farà visita ad alcuni dei bambini che l'Italia è riuscita a evacuare dalla Striscia di Gaza per essere curati negli ospedali romani.
"Siamo il quarto Paese al mondo dopo Qatar, Arabia Saudita ed Egitto per quanto riguarda i minori portati in salvo da Gaza – sottolinea Tajani – Ne abbiamo fatti uscire 181, più di tutti gli altri Paesi europei messi insieme".
"L'Italia sta facendo tutto il possibile per alleviare le sofferenze dei civili. Grazie al progetto 'Food for Gaza', dal 7 ottobre abbiamo fatto entrare nella striscia oltre 200 tonnellate di beni alimentari. Lavoriamo in continuazione con la nostra Unità di Crisi, con la Protezione Civile e la Difesa per altre evacuazioni di minori e dei loro familiari e contiamo di farne arrivare ancora molti. Non è facile, ma tutto questo non si potrebbe fare se tagliassimo i ponti con Israele".
Quanto all'ipotesi di sanzioni a Israele o ai singoli ministri del governo Netanyahu, Tajani dichiara che "la nostra linea, che ho condiviso in pieno col ministro degli esteri tedesco Wadephul, sabato a Copenhagen, è che bisogna sanzionare i coloni violenti che in Cisgiordania attaccano anche i cristiani. E questo è gravissimo, non perché le loro vite valgano di più, ma perché i cristiani rappresentano un elemento di dialogo. Colpire le loro comunità e le loro chiese vuol dire ridurre la possibilità di arrivare alla pace. Si tratta di condannare dei violenti che impediscono il raggiungimento della pace, una pace che deve essere basata sul principio dei due Stati. Per questo diciamo no a ogni ipotesi di annessione della Cisgiordania che minerebbe le basi per la nascita di uno Stato palestinese".
"È da qui – prosegue – che bisogna partire per far nascere uno Stato palestinese, il cui futuro deve essere libero da Hamas. Vogliamo farlo insieme ad Arabia Saudita, Egitto e ad altri paesi alla guida di questo processo. L'Italia è pronta a inviare truppe italiane sotto l'ombrello di una missione Onu sul modello Unifil per riunificare Gaza e la Cisgiordania. Quanto alle armi, che se ne dica, dal 7 ottobre, Roma non ne ha più inviate. Tel Aviv ha il diritto di difendere la propria sicurezza, di pretendere la liberazione degli ostaggi, ma non ha il diritto di andare oltre la linea rossa di una reazione proporzionata".