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Moda: amministrazione giudiziaria per società gruppo Valentino

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Milano, 15 mag. (Adnkronos) - I carabinieri del gruppo per la Tutela del lavoro di Milano hanno dato esecuzione a un decreto di amministrazione giudiziaria emesso dal Tribunale di Milano - Sezione misure di prevenzione su richiesta della Procura della Repubblica di Milano a carico di Valentino Bags ...

Milano, 15 mag. (Adnkronos) – I carabinieri del gruppo per la Tutela del lavoro di Milano hanno dato esecuzione a un decreto di amministrazione giudiziaria emesso dal Tribunale di Milano – Sezione misure di prevenzione su richiesta della Procura della Repubblica di Milano a carico di Valentino Bags Lab srl, azienda del settore dell’alta moda in quanto "ritenuta incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell’ambito del ciclo produttivo non avendo messo in atto misure idonee alla verifica delle reali condizioni lavorative ovvero delle capacità tecniche delle aziende appaltatrici tanto da agevolare (colposamente) soggetti raggiunti da corposi elementi probatori in ordine al delitto di caporalato" di legge in una nota dei militari che ricalca il provvedimento della Procura di Milano.

Dalle indagini "si è potuto accertare che la casa di moda affidi, attraverso una società in house la creazione, produzione e vendita delle collezioni di moda e accessori, mediante un contratto di fornitura, l’intera produzione di parte della collezione di borse e accessori a società terze, con completa esternalizzazione dei processi produttivi". L’azienda committente provvede alla prototipazione dei manufatti mentre per la riproduzione su scala industriale "può competere sul mercato solo esternalizzando le commesse a opifici gestiti da cittadini cinesi, i quali anche mediante il ricorso a sub appalti non autorizzati riescono ad abbattere i costi ricorrendo al sistematico impiego di manodopera irregolare e clandestina in condizioni di sfruttamento". Un sistema che "consente di realizzare una massimizzazione dei profitti inducendo l’opificio cinese che produce effettivamente i manufatti ad abbattere i costi da lavoro facendo ricorso a manovalanza 'in nero' e clandestina, non osservando le norme relative alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro".

Gli accertamenti, a partire da marzo 2024, hanno riguardato opifici gestiti da cittadini cinesi nelle province di Milano e Monza e Brianza e tre ulteriori società 'ombra' (prive di lavoratori) costituite ad hoc per effettuare una produzione occulta (solo cartolare). in tutto sono stati controllati sette opifici tutti risultati irregolari nei quali sono stati identificati 67 lavoratori: nove occupati in nero di cui tre non in regola sul territorio nazionale. Negli stabilimenti la produzione avveniva "in condizione di sfruttamento, in presenza di gravi violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché ospitando la manodopera in dormitori realizzati abusivamente ed in condizioni igienico sanitarie sotto minimo etico". Sono stati denunciati, a vario titolo, per caporalato e altre ipotesi di reato i sette titolari di aziende di diritto o di fatto di origine cinese e sono state comminate ammende pari a 286.000 euro e sanzioni amministrative pari a 35.000 euro.