Argomenti trattati
Recentemente, Mons. Georg Gaenswein ha rivelato un aspetto inaspettato della sua relazione con Papa Francesco, affermando di essersi riconciliato con lui poco prima della morte del Pontefice. Questa dichiarazione è emersa durante la presentazione di un libro che raccoglie le omelie inedite di Benedetto XVI, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana (LEV).
La storia di Gaenswein, un uomo che ha trascorso decenni al fianco di Joseph Ratzinger, si intreccia con i momenti storici che hanno segnato la Chiesa negli ultimi anni.
La riconciliazione tra due Papi
Il conflitto tra Gaenswein e Francesco ha segnato un periodo complesso nella storia recente del Vaticano. Le tensioni tra il segretario di Benedetto XVI e il Papa regnante erano evidenti e alimentate da divergenze di veduta e polemiche. Tuttavia, la svolta si è manifestata attraverso un gesto semplice ma profondo: Gaenswein ha pregato sulla tomba di Francesco a Santa Maria Maggiore. Questo atto non è solo un gesto di devozione, ma rappresenta un’importante riconciliazione tra due figure che hanno vissuto momenti di difficoltà.
Un segno di pace
La testimonianza di Gaenswein appare come un segno di pace in un momento in cui la Chiesa sembra ritrovare una certa stabilità. “Mi sono riconciliato con Francesco prima che morisse”, ha detto, evidenziando la necessità di chiudere una ferita aperta da lungo tempo. La sua affermazione suggerisce che, nonostante le tensioni, esisteva un desiderio sincero di armonia e comprensione reciproca.
Riflessioni sulla santità di Benedetto XVI
Durante l’intervista, Mons. Gaenswein ha anche parlato della possibilità di canonizzazione di Benedetto XVI, esprimendo un forte auspicio per il riconoscimento della sua santità. “Certamente lo auspico, ma lasciamo fare alla provvidenza”, ha commentato. Questa affermazione rivela non solo la sua fede, ma anche il rispetto profondo che nutre per l’eredità del suo predecessore. Gaenswein ha ricevuto numerose lettere e messaggi da parte di fedeli desiderosi di testimoniare la santità di Ratzinger, un segnale che il processo di canonizzazione è già in atto nella percezione popolare.
Un’eredità di fede
“Ho visto come lui ha vissuto e affrontato i problemi”, ha dichiarato Gaenswein. “Ha sempre cercato risposte nella fede, questo fa parte del suo dna spirituale.” La capacità di Benedetto XVI di affrontare le sfide con serenità e determinazione è una lezione che ancora oggi risuona tra i fedeli e i membri della Chiesa.
Il futuro della Chiesa e la presenza di Papa Leone
Oggi, mentre Mons. Gaenswein si trova come nunzio in Lituania, Estonia e Lettonia, osserva un clima di preoccupazione crescente per l’aggressività russa nella regione. “La libertà e l’indipendenza di questi Paesi è molto recente”, ha sottolineato, ricordando che solo dal ’91 erano riusciti a liberarsi dal dominio sovietico.
In questo contesto, Gaenswein ha accolto con favore la notizia del ritorno di Papa Leone nell’appartamento pontificio, un luogo che ha vissuto momenti di tensione durante la coesistenza di due Papi. “Un sollievo incredibile”, ha detto, suggerendo che finalmente la Chiesa possa tornare a respirare in un clima di maggiore normalità.
Ritorno a Roma?
Quando gli è stato chiesto se vedesse un possibile ritorno a Roma, Gaenswein ha risposto con un sorriso: “Io non sono profeta, ma il mio cuore è romano”. Questa affermazione racchiude un profondo legame emotivo con la città, che è stata il suo centro per quasi tre decenni e rappresenta ancora oggi una parte fondamentale della sua identità.
La storia di Mons. Gaenswein non è solo quella di un segretario che ha servito un grande Papa, ma anche di un uomo che ha navigato le acque tempestose della Chiesa contemporanea. La sua riconciliazione con Francesco, la riflessione sulla santità di Benedetto XVI e le sfide che affronta nei Paesi baltici offrono uno sguardo penetrante sulla complessità della vita ecclesiastica moderna.