Monza, studenti del liceo in classe con la gonna contro sessismo e discriminazione

É un'iniziativa che si è svolta anche l'anno scorso contro la sessualizzazione del corpo femminile e la mascolinità tossica.

Solo per un giorno anche gli uomini hanno indossato una bella gonna.

É successo al liceo classico Zucchi di Monza: gli studenti non hanno messo il solito pantalone. Perché? I ragazzi, in solidarietà con le compagne e contro la sessualizzazione del corpo femminile, hanno scelto di andare a scuola con la donna, per il secondo anno di seguito.

In solidarietà alle compagne, gli studenti indossano una gonna

La protesta del dress code va in scena oggi, mercoledì 10 novembre. Si tratta di una forma di sensibilizzazione sui temi del sessismo e della parità di genere, che è abbastanza popolare all’estero. Basti pensare che di recente a Valladolid, nord ovest della Spagna, un professore di matematica, Josè Pinas, ha deciso di postare una sua foto mentre fa lezione indossando una gonna, in solidarietà a un alunno espulso da scuola, che era stato poi mandato da uno psicologo per essersi vestito allo stesso modo.

L’iniziativa è stata rinominata a Monza “Zucchigonna” ed è stata ideata dagli alunni dell’ultimo anno che hanno ripreso eventi simili organizzati in Paesi esteri.

In solidarietà alle compagne, gli studenti indossano una gonna: liberi di essere ciò che si è

Direttamente sui social i ragazzi hanno spiegato l’obiettivo di questa iniziativa, ossia: “manifestare il desiderio di vivere in un luogo in cui sentirsi liberi di essere ciò che si è, e di non essere definiti dai vestiti che si indossano“.

Inoltre, le gonne sono un indumento tipico delle ragazza e finiscono “spesso al centro di scambi di idee riguardo al loro essere appropriate rispetto al contesto“. Invece, se è un ragazzo ad indossarla cambia tutto:

La cosa è spesso considerata riprovevole, poiché considerato abbigliamento poco mascolino e da donna”.

In solidarietà alle compagne, gli studenti indossano una gonna: le parole della preside

A dire la sua circa questa tematica è stata la stessa dirigente scolastica dell’Istituto Zucchi, la dottoressa Rosaria Caterina Natalizi Baldi:

“Gli studenti e le studentesse stanno difendendo uno sguardo pulito sulla donna, dotata di intelligenza e cuore, anche di una fisicità , che ne palesa la differenza e non la subalternità. La vera lotta, secondo me, è per esempio rivolgersi alle compagne guardando al loro volto, alla loro intelligenza, alla loro sensibilità. Sempre.”.