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Il recente intervento del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, alla Camera dei Deputati ha fornito informazioni rilevanti sulla situazione di Mps e sulle sue operazioni con Mediobanca. In questo contesto, Giorgetti ha chiarito che la decisione di Mps di lanciare un’offerta pubblica di acquisto (OPA) su Mediobanca è stata presa in modo autonomo dai dirigenti della banca senese.
Il ministro ha ribadito che il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) non ha esercitato alcuna pressione o ingerenza durante le discussioni con diverse figure del settore bancario. Questo approccio è stato sottolineato come cruciale per garantire un futuro stabile per Mps, in linea con la necessità di rafforzare il sistema bancario nazionale.
Le operazioni di Mps e l’assenza di ingerenze pubbliche
Giorgetti ha messo in evidenza che l’operazione di acquisizione di Mediobanca è stata condotta senza alcun costo per le finanze pubbliche. Infatti, la mossa è avvenuta dopo che il MEF aveva ceduto la partecipazione di controllo in Mps, liberando la banca da vincoli significativi imposti dalla Commissione Europea.
Il ruolo del consiglio di amministrazione
Il consiglio di amministrazione di Mps ha approvato all’unanimità l’operazione, dimostrando così la coerenza con gli obiettivi di sviluppo di un polo bancario solido. Giorgetti ha riferito che il MEF ha potuto prendere atto dell’aumento di valore dell’asset e della mancanza di costi per le finanze pubbliche, sostenendo l’aumento del capitale sociale che ha ricevuto oltre l’80% di voti favorevoli durante l’assemblea degli azionisti.
La risposta del mercato è stata incoraggiante, con il 86,3% del capitale sociale di Mediobanca che ha aderito all’offerta, confermando la fiducia degli investitori nell’operazione.
Gestione delle cessioni da parte del MEF
Il MEF ha gestito la cessione delle sue quote in Mps tramite Banca Akros, che ha raccolto gli ordini per la vendita. Giorgetti ha chiarito che il ministero non era a conoscenza della selezione degli investitori fino alla presentazione del documento finale. La scelta di Banca Akros è stata guidata dalla promessa di migliori condizioni per la vendita, garantendo un introito maggiore per le casse statali.
Alla conclusione di questo processo, il MEF ha visto ordini superiori al doppio di quanto previsto, con un premio di oltre il 5% rispetto al prezzo di chiusura del titolo Mps. Questo ha portato a un incremento dell’offerta, aumentando la quota di partecipazione dal 7% al 15% del capitale sociale di Mps.
Strategia e futuro di Mps
Il MEF ha assicurato che qualsiasi decisione riguardante la restante quota del 4,86% in Mps sarà presa in una logica strategica e non puramente economica. Il ministro ha sottolineato l’importanza della tutela della sicurezza economica nazionale e ha confermato che il MEF non presenterà alcuna lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione, rispettando gli impegni europei.
Giorgetti ha anche messo in evidenza che le vendite delle azioni di Mps hanno portato a introiti complessivi di circa 2,6 miliardi di euro, a fronte di un investimento iniziale di 1,6 miliardi. Questa strategia ha consentito di mantenere una quota di partecipazione attualmente valutabile in circa 1,2 miliardi di euro, a seconda delle quotazioni di mercato.
Dichiarazioni finali
Il ministro ha concluso il suo intervento evidenziando l’importanza della legittimità della procedura di dismissione, confermata dalla Commissione Europea. L’obiettivo del MEF è stato quello di garantire una transizione trasparente e competitiva, rispettando gli impegni assunti con le autorità europee.
Il ministro ha ribadito che il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) non ha esercitato alcuna pressione o ingerenza durante le discussioni con diverse figure del settore bancario. Questo approccio è stato sottolineato come cruciale per garantire un futuro stabile per Mps, in linea con la necessità di rafforzare il sistema bancario nazionale.0