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In Groenlandia, una vicenda sta scuotendo l’opinione pubblica e sollevando interrogativi sulle pratiche di tutela dei minori. Una neonata è stata tolta alla madre dopo che le autorità hanno sottoposto la donna a un test di “competenza genitoriale”. La misura, giustificata ufficialmente come necessaria per garantire il benessere della bambina, ha però sollevato polemiche sulle modalità di valutazione delle capacità genitoriali.
Dietro la fredda burocrazia, emerge il dramma umano di una madre e di una figlia separate.
Neonata tolta alla madre groenlandese dopo un test di “competenza genitoriale”
In Danimarca, le autorità del Comune di Høje-Taastrup hanno sottratto a Ivana Nikoline Brønlund, una giovane madre groenlandese di 18 anni, la figlia Aviaja-Luuna appena un’ora dopo il parto. La donna, nata a Nuuk e appartenente alla minoranza Inuit, vive a Copenaghen.
La neonata è stata affidata a una famiglia esterna e la madre ha potuto vederla solo una volta sotto supervisione. Il primo incontro ufficiale, avvenuto solo giorni dopo dal parto, è stato interrotto prematuramente perché la bambina era ritenuta troppo stanca e iperstimolata. Attualmente, le visite sono limitate a due ore ogni due settimane, e il caso verrà discusso in tribunale il 16 settembre.
“E’ così straziante… Mamma sente la tua mancanza, mia cara figlia…. Mamma combatterà ogni giorno per sempre perché tu torni a casa, te lo prometto piccolina, non mi arrenderò MAI!”, ha dichiarato la donna sui social.
Neonata tolta alla madre: le motivazioni e la controversia
Il Comune ha giustificato la misura sostenendo che le capacità genitoriali della giovane madre fossero insufficienti, a causa dei traumi infantili subiti da Brønlund che, secondo gli assistenti sociali, avrebbero potuto influenzare involontariamente la cura della figlia. La decisione è stata comunicata alla madre il 17 luglio, quasi un mese prima della nascita della bambina.
I test di “competenza genitoriale”, noti come FKU (Forældrekompetenceundersøgelser), si basano su valutazioni psicometriche che, secondo attivisti e studiosi, non tengono conto delle differenze culturali, linguistiche e sociali e possono produrre esiti ingiustificati. Secondo un rapporto del 2022, quasi il 6% dei bambini groenlandesi nati in Danimarca viene collocato in affido, rispetto all’1% dei bambini danesi, con frequenti incomprensioni dovute alle differenze culturali tra le famiglie Inuit e gli assistenti sociali.
Neonata tolta alla madre: la legge e le reazioni
Dal 2025 i test di competenza genitoriale sono vietati per le persone di origine groenlandese, ritenuti discriminatori e culturalmente inadeguati. La vicenda di Brønlund ha suscitato forti polemiche, poiché la giovane madre è stata sottoposta a tali valutazioni nonostante la nuova normativa.
La ministra danese degli Affari Sociali, Sophie Hæstorp Andersen, ha chiesto spiegazioni al Comune, ribadendo che i test standardizzati non dovrebbero essere applicati alle famiglie groenlandesi. Il Comune ha riconosciuto errori procedurali e ha dichiarato l’intenzione di trovare la soluzione più adeguata per la famiglia. Il caso ha inoltre innescato manifestazioni di protesta in Groenlandia e in altre città europee, con attivisti e associazioni impegnati nel sostegno a Brønlund e nella tutela dei diritti delle famiglie Inuit in Danimarca.