Napoli, 11 nov. (askanews) – Il calo demografico e la necessità di garantire elevati standard assistenziali ai neonati sono stati al centro della settima edizione di Neonatology in Naples, il Convegno internazionale di Neonatologia, presieduto dal Prof. Francesco Raimondi, Direttore dell’U.O.C. di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e Presidente della Commissione per l’Equità delle Cure Neonatologiche sul Territorio Nazionale della Società Italiana di Neonatologia (SIN), che si è svolto il 10 e l’11 novembre 2025 presso l’Aula Magna del Centro Congressi dell’Università Federico II di Napoli.
Per Massimo Agosti, presidente della Società Italiana di Neonatologia “è una disciplina molto giovane che sta cambiando radicalmente rispetto a alcuni decenni fa. C’è un connubio fra tutta quella che è la parte scientifica e tecnologica, per la quale i neonati molto fragili riescono a sopravvivere, stiamo parlando di prematuri, neonati affetti da gravi patologie, ma c’è tutta un’altra parte anche legata all’accudimento, legata alla presenza dei genitori in terapia intensiva. È davvero una disciplina in cui si coniugano molto bene la parte di ragione, la parte di scienza, la parte di tecnologia e la parte di sentimento, quindi di accudimento, di saper abilitare queste persone così giovani, sono neonati, quindi a inizio vita, così fragili, per dare loro un’aspettativa di vita la più lunga e soprattutto la migliore possibile”.
L’incontro ha evidenziato i progressi compiuti dalla neonatologia nell’applicazione delle nuove tecnologie, senza rinunciare all’attenzione per l’aspetto umano dell’assistenza. A spiegarlo è il Prof. Francesco Raimondi: “I nostri operatori sono addestrati alle nuove tecnologie, ma in realtà uno dei motivi fondamentali per fare un’attività di Terapia Intensiva Neonatale è quella di avere una grande carica umana, che viene poi generosamente dispensata non solo ai nostri neonati che sono in difficoltà, ma anche alle loro famiglie e genitori in particolare. Come in molti altri criteri, noi soffriamo di una differenza Nord-Sud. Nel caso delle cure neonatali, un passo in avanti può essere fatto semplicemente razionalizzando le risorse, evitando di frammentarle in unità che possono poi in realtà comportare più spesa che rendimento in senso ovviamente buono e assistenziale del termine”.
La settima edizione di Neonatology in Naples ha confermato il ruolo di Napoli come punto di riferimento internazionale per la neonatologia. Il convegno ha evidenziato i progressi tecnologici del settore e l’importanza di mantenere un approccio umano alle cure. Centrale il tema dell’equità assistenziale e della personalizzazione delle cure, a sostegno dei neonati e delle loro famiglie in un contesto di crescente calo demografico.