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Novartis, confronto sull'Emoglobinuria Parossistica Notturna

Milano, 6 ott. (askanews) – In vista della Giornata Mondiale della consapevolezza sull’Emoglobinuria Parossistica Notturna, istituita dalla PNH Global Alliance e in programma il prossimo 12 ottobre, Novartis ha presentato a Milano un confronto fra esperti sulla patologia.

Il titolo del meeting “Obiettivo 12 nell’Emoglobinuria Parossistica Notturna: quando l’energia ritorna, la vita si riaccende” ha fotografato la necessità di sensibilizzare sull’impatto della malattia e discutere i progressi scientifici che stanno ridefinendo il trattamento, come spiegato da Paola Coco, Chief Scientific Officer & Medical Affairs Head di Novartis: “Per noi l’obiettivo 12 è un risultato molto importante.

Questa patologia rappresenta una condizione molto debilitante per i pazienti, nonostante i progressi registrati nella ricerca clinica”.

L’EPN è una malattia rara e debilitante, che colpisce spesso persone giovani e per cui, nonostante le terapie attuali, molti pazienti continuano a presentare anemia e fatigue persistente. Ma cosa si intende per “Obiettivo 12”, menzionato nel titolo dell’incontro? È la Dottoressa Camilla Frieri, Ematologa dell’Ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino, a spiegarlo: “Il nome deriva dai dodici grammi di emoglobina, ossia un livello normale che rappresenta un obiettivo per i pazienti. I nuovi farmaci hanno dato una risposta ematologica adeguata alla terapia standard”.

La risoluzione dell’emolisi, sia intravascolare che extravascolare, e il conseguente miglioramento dei livelli di emoglobina rappresentano obiettivi terapeutici fondamentali per garantire un controllo più completo della patologia e promuovere il benessere clinico e funzionale del paziente. Novartis, dunque, con l’incontro svoltosi a Milano, ha voluto favorire una maggiore consapevolezza e offrire supporto concreto, attivando anche un canale online insieme a MyPersonalTrainer. Pensato per pazienti e caregiver, il progetto mette a disposizione contenuti specialistici per comprendere meglio la malattia e affrontarne l’impatto nella vita quotidiana, favorendo un percorso di cura più partecipato.