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Nell’ultima ora è stato fermato un uomo, conosciuto dalla vittima. Il caso resta avvolto da zone d’ombra: mancano ancora parti del corpo e il movente.
Omicidio a Spoleto: il ritrovamento del corpo
Il corpo di Sagor Bala è stato rinvenuto il 24 settembre, in un sacco nero, nei pressi di una stazione ferroviaria.
Fin dall’inizio, gli inquirenti hanno concentrato i propri sospetti su Dmytro Shuryn, 32enne ucraino ed ex collega della vittima, che si trova attualmente in carcere con l’accusa di omicidio volontario, distruzione e soppressione di cadavere.
Shuryn e la vittima avrebbero lavorato nello stesso locale di ristorazione fino a qualche mese fa. Il 18 settembre, giorno della scomparsa di Sagor Bala, l’ucraino si sarebbe offerto di assisterlo con alcuni documenti.
Testimonianze e video decisivi
Risultano decisive le testimonianze raccolte da conoscenti e vicini, che avrebbero aiutato a ricostruire gli ultimi movimenti del 21enne, che sarebbe stato avvistato nei pressi di piazza Garibaldi, poco prima di scomparire e non dare più notizie di sé. Attraverso sistemi di sorveglianza pubblici e privati, gli spostamenti sono stati confrontati con la presenza sospetta nei medesimi luoghi di Shuryn, a conferma dei sospetti della Procura. Il riscontro nel quadro accusatorio ha portato all’ordine di fermo.
Quadro ancora da chiarire: corpo e movente
Il fermo rappresenta una svolta nell’omicidio di Spoleto, ma non ci sono ancora risposte definitive. Parti del corpo non sono ancora state rinvenute, così come non è stato chiarito il movente che avrebbe portato allo smembramento del giovane Bala. Gli inquirenti hanno sequestrato dispositivi, tra cui il cellulare di Shuryn, per sottoporlo a ulteriori analisi. Le indagini proseguono, con l’obiettivo di far luce su ogni dettaglio e restituire giustizia al giovane Sagor Bala.