Orecchioni adulti: sintomi e cosa fare

Orecchioni: una malattia comune prima dell'introduzione del vaccino(1967), colpisce in modo più grave gli adulti. Sintomi e terapie Malattia infettiva virale, colpisce per lo più i bambini(5-14anni). Orecchioni, per indicare l'effetto principale sul viso, ossia la tumefazione delle ghiandole sali...

Orecchioni: una malattia comune prima dell’introduzione del vaccino(1967), colpisce in modo più grave gli adulti. Sintomi e terapie

Malattia infettiva virale, colpisce per lo più i bambini(5-14anni). Orecchioni, per indicare l’effetto principale sul viso, ossia la tumefazione delle ghiandole salivari e il loro ingrossamento. Un fenomeno, altrimenti detto “parotite“, che si trasmette da un individuo all’altro in situazioni di tosse, starnuti o risate. Per la precisione, la fonte di contagio è contenuta nelle particelle di saliva e nelle mucose del naso del malato: il contatto avviene nel momento della loro diffusione nell’aria.

Il contagio può essere anche diretto(ad es., l’uso dei vestiti del malato). Negli ultimi decenni, è aumentato in percentuale numerica sugli adulti, su cui gli effetti possono essere anche gravi.

Orecchioni: sintomi sugli adulti

Il sintomo immediatamente visibile degli orecchioni è il rigonfiamento delle ghiandole parotidi. La sensazione che dà sul corpo del malato è, prima di tutto, di dolore: nel momento della masticazione e della deglutizione. A cui seguono mal di testa e febbre(fino a 39.4 C°), oltre che un forte stato di indisposizione generale.

Sintomi che si avvertono con un anticipo di 24 ore sulla comparsa del rigonfiamento. Nello specifico, sul genere maschile, l’insorgere della parotite può portare a gravi complicanze. Nel 20-30% dei soggetti che hanno superato la pubertà, infatti, questo virus può trasformarsi in orchite(rigonfiamento di uno o di entrambi i testicoli) e portare alla sterilità. Se trasmesso alla donna mei primi 3 mesi di gravidanza, può causare aborto spontaneo(25%).

Orecchioni: diagnosi e terapie

In caso di parotite, è il medico a fornire la giusta diagnosi attraverso esami che vanno a identificare nel sangue gli anticorpi per combattere il virus. Nello specifico, la terapia coincide con l’assunzione di analgesici contro il dolore e di antipiretici per la febbre. Il modo più indicato per la cura è comunque il vaccino, ma non va bene per tutti. Ad es., non è adatto in soggetti con deficit immunitario, o in terapia immunosoppressiva ed è da evitare per le donne in gravidanza o individui con reazioni allergiche a questo tipo di vaccino.

Il superamento della malattia, assicura l’immunizzazione definitiva dal virus.