Roma, 18 giu. (askanews) – Il mercato delle auto ibride in Italia è in forte espansione, ma la varietà tecnologica e la mancanza di una classificazione chiara e condivisa generano confusione tra consumatori e operatori del settore. È’ quanto emerge dalla nuova analisi dell’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School, che propone di istituire criteri univoci nella definizione delle diverse tipologie di ibrido.
Abbiamo parlato con Luca Pirolo, Direttore Osservatorio Auto e Mobilità Luiss Business School:
“Il compito di un osservatorio è insito nella sua stessa natura e osservare, osservare quello che è il contesto di riferimento dal lato delle aziende per capire l’evoluzione dei modelli di business e le tecnologie che prendono piede, ma anche dal lato della domanda, quindi dal lato dei consumatori, per comprendere quella che è l’evoluzione dei gusti, delle preferenze, delle abitudini. Ecco, dal nostro punto di vista l’Osservatorio Auto e Mobilità ha questo compito istituzionale, osservare ma osservare in modo critico. Critico vuol dire comprendere che cosa succede, comprendere quello che è il prossimo futuro che si sta delineando, col fine anche di poter fornire agli operatori, siano essi privati le aziende o istituzionali, quindi autorità governative, gli strumenti per poter andare anche a pianificare quanto più opportuno e quanto di necessario per cogliere e in parte anticipare anche questa evoluzione dei tempi”.
La nuova ricerca dell’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School fotografa il panorama delle autovetture elettrificate e propone due metodi per la loro classificazione. È poi intervenuto Fabio Orecchini, Direttore Osservatorio Auto e Mobilità Luiss Business School:
“L’Osservatorio Auto e Mobilità della Lewis Business School presenta una ricerca molto importante per il mercato italiano perché oggi in Italia un’auto nuova su due tra quelle vendute in matricolare è ibrida. Siamo andati quindi a fare chiarezza all’interno del mondo ibrido, diciamo così. Abbiamo scoperto proprio invece che questa chiarezza non c’è, di fatti la nostra ricerca si intitola c’è bisogno di chiarezza nell’auto ibrida. Perché non c’è chiarezza? Perché nell’auto ibrida si fa di tutta l’erba un fascio, cioè si parla di ibrido nonostante ci siano diversi livelli di elettrificazione, anche nelle automobili senza spina cioè quelle che non hanno una batteria ricaricabile dall’esterno e per esempio si distingue tra mild hybrid e full hybrid soltanto anche in statistica e su considerazioni in realtà non chiare”.
L’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School propone l’introduzione, a medio termine, di un criterio che tenga conto della percorrenza in modalità elettrica per permettere all’automobilista di distinguere le diverse tecnologie. A breve termine, con informazioni disponibili dall’omologazione dei veicoli, è possibile classificare Mild, Middle e Full attraverso il Grado di Elettrificazione che considera potenza del motore elettrico, del motore termico e massa.
La ricerca ha ripercorso l’evoluzione storica dell’auto ibrida, dai primi prototipi storici, al lancio della prima auto ibrida di serie in Giappone e all’arrivo sul mercato americano e in Europa, fino allo sviluppo delle moderne varianti Mild, Middle, Full e Plug-in Hybrid, con l’aggiunta di altre alimentazioni oltre alla benzina, come diesel e GPL.