Roma, 10 dic. (askanews) – “Vittoria! La cucina italiana entra ufficialmente nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO, accanto alla Dieta Mediterranea e all’Arte del Pizzaiolo Napoletano”, dichiara Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde e già Ministro dell’Ambiente e dell’Agricoltura e promotore delle petizioni #pizzaUnesco e #cucinaitalianaUnesco. “Un riconoscimento mondiale che celebra la nostra identità culinaria, la nostra storia e il nostro modello di sostenibilità”, aggiunge.
Il segnale deve essere chiaro: ora basta fake food. “Ora il messaggio è uno solo: no fake food” dice. “Se la cucina italiana è riconosciuta patrimonio dell’umanità, dobbiamo impegnarci per ridurre drasticamente l’enorme quantità di prodotti finti italiani che invadono i mercati internazionali. L’Italia esporta ogni anno circa 70 miliardi di euro di agroalimentare autentico, ma all’estero circolano quasi 100 miliardi di euro di prodotti che imitano l’italianità senza averne la qualità, la tradizione o la storia. È un danno economico e culturale, che ruba lavoro e immagine al nostro Paese”, spiega.
Sostenibilità e diversità bioculturale sono i valori vincenti.
“La cucina italiana ha vinto perché incarna sostenibilità e diversità bioculturale, valori fondamentali per l’UNESCO” afferma Pecoraro Scanio. “È una cucina che non spreca cibo: dalle polpette alla ribollita, fino alla mozzarella in carrozza, molte ricette storiche nascono proprio dal recupero del cibo del giorno prima. Un modello attualissimo per la lotta allo spreco alimentare. Ed è una cucina che valorizza una biodiversità unica al mondo: grazie all’Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT), che l’Italia avviò nel luglio 2000 e di cui mi onoro di averne firmato l’istituzione, oggi abbiamo circa 6.000 prodotti censiti, il più grande catalogo planetario di biodiversità culinaria”.
“Difendere l’autenticità italiana nel mondo”
“Questo riconoscimento è un traguardo straordinario e un incoraggiamento a difendere e promuovere la qualità della vera cucina italiana. E non dimentichiamoci che l’arte del pizzaiolo napoletano, già patrimonio UNESCO, rappresenta il prodotto italiano più conosciuto e amato del mondo. Continuiamo a valorizzare tradizioni, territori e comunità che rendono l’Italia unica”, chiosa.