Pensioni, ok a 46mila domande per l'Ape sociale e i precoci

Novità sulle pensioni: ci si muove verso l'accoglimento delle domande per la pensione sociale e per quelle precoci. 46mila circa quelle accolte.

Una novità interessante sull’acceso scontro odierno tra Governo e sindacati sulle pensioni.

Potrebbero essere ammesse circa 46mila domande su 66mila arrivate, riguardanti i richiedenti Ape sociale e le pensioni precoci. Erano previste secondo le prime stime, l’arrivo di circa 60mila domande. Tra le domande in via d’accettazione circa 26500 riguardano l’Ape sociale. Le restanti 20mila invece riguardano io lavoratori precoci. Queste sono i dati dell’incontro odierno avvenuto a Palazzo Chigi tra il Governo Gentiloni e i Segretari sindacali delle CGIL, UIL e CISL.

Novità pensioni

Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo hanno incontrato il premier Gentiloni oggi. Il punto focale del loro incontro era rivolto verso il nodo intricato dell’aumento dell’età pensionabile e quali categorie di lavoratori escludere da tale aumento. Situazione non facile che potrebbe pesare fortemente sul delicato equilibrio del bilancio italiano come ricordava giorni fa Calenda. Pur avendo raggiunto punti importanti nella discussione, ed essendo avanzati nei lavori di trattativa, i sindacati si dicono però insoddisfatti.

Non sono chiare infatti ancora quali categorie verranno escluse dal meccanismo di equiparazione tra età pensionabile ed aumento dell’aspettativa di vita. Meccanismo che fa paura a molti: si andrà in pensione a 67 anni e 4 mesi e il calcolo è basato sull’accrescimento della vita media verso gli 80 anni e più per ciascuno.

Secondo il Governo, le 15 categorie da escludere da questo meccanismo per cui i sindacati si battono sono categorie infondate.

Le 15-20000 persone interessate allo stop dell’aumento dell’età sarebbero un dato sovrastimato secondo il Governo. Nel 2016 ci sarebbero stati meno di 60000 pensionamenti (gran parte dal settore privato, pochi dal settore pubblico). Molti di questi avrebbero usufruito del pensionamento anticipato. Questo riguarda il comparto dei lavoratori dipendenti e il rilascio delle pensioni per vecchiaia. Sempre secondo il Governo, di questi pensionamenti è improbabile che gli appartenenti alle 15 categorie coprano un terzo di questi assegni.

Le pensioni anticipate

I sindacati hanno promesso battaglia su questo e chiedono di considerare anche il caso e la legislazione riguardante le pensioni anticipate. I sindacati puntano a chiedere uno stop dell’aumento degli anni di contribuzioni necessari. Necessari al raggiungimento della soglia per maturare la pensione. Il Governo aveva previsto l’aumento per il 2019 arrivando a picco di 43 anni e 3 mesi per gli uomini. Provvedimento giudicato iniquo dai sindacati.

Per quanto riguarda l’altro nodo, l’aumento dell’aspettativa di vita parallelo all’aumento dell’età pensionabile i sindacati chiedono lo scalo di 2 anni: 65 anziché di 67. Uno scalino che ammorbidirebbe l’impatto sulle condizioni di vita post-lavoro.

L’Ape

Ultima ma non meno importante tra le richieste sindacali al Governo, c’è l’Ape. I sindacati hanno chiesto una proroga per il 2019 sull’Ape. Hanno richiesto inoltre una maggiore chiarificazione legislativa per i criteri d’accesso in maniera tale che l’Ape possa godere di una più amplia platea di quanto non abbia fatto fino ad oggi.

Malauguratamente i nodi che ruotano intorno al tema delle pensioni non sono stati ancora del tutto sciolti e molte rimangono le insoddisfazioni da entrambe le parti.