Roma, 23 dic. (askanews) – “Il problema principale non è riconoscere la malattia renale cronica, ma comprendere che spesso è la conseguenza di patologie molto diffuse come ipertensione, diabete e malattie cardiovascolari. Quando seguiamo un paziente iperteso o diabetico, l’obiettivo è riportare pressione e glicemia a valori adeguati, ma non sempre si presta la stessa attenzione alla funzionalità renale.
Così anche un paziente apparentemente ben controllato può evolvere lentamente verso la malattia renale cronica”. Lo ha detto Gaetano Piccinocchi, componente della Giunta nazionale della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), intervenendo a The Watcher Talk Salute di Urania News. Piccinocchi chiarisce che “non si tratta solo di diagnosi tardive da parte dello specialista, ma di una maggiore attenzione ai fattori di rischio già presenti nella medicina territoriale”. “La formazione è decisiva – aggiunge – ma la sfida non è ripetere quali esami fare. Serve una formazione multidisciplinare, perché il paziente che evolve verso la malattia renale cronica è spesso seguito anche da cardiologi e diabetologi. Tutti devono condividere la stessa consapevolezza sulla diagnosi precoce”. “Per questo – conclude – dal 2026 SIMG e Società Italiana di Nefrologia avvieranno un percorso formativo nazionale: medici di famiglia e nefrologi seguiranno corsi dedicati e diffonderanno poi l’approccio della diagnosi precoce coinvolgendo anche gli altri specialisti”.