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Pil: S&P rialza a 0,4% stima crescita Italia 2023 ma taglia 2024-25

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Roma, 30 mar. -(Adnkronos) - In uno scenario di base "pressoché invariato nelle economie avanzate" S&P ha rivisto al rialzo la stima per la crescita dell'economia italiana nel 2023 che - grazie al ritocco di 0,5 punti - diventa positiva a +0,4%. Ma - unica fra le grandi ec...

Roma, 30 mar. -(Adnkronos) – In uno scenario di base "pressoché invariato nelle economie avanzate" S&P ha rivisto al rialzo la stima per la crescita dell'economia italiana nel 2023 che – grazie al ritocco di 0,5 punti – diventa positiva a +0,4%. Ma – unica fra le grandi economie – l'Italia vede una sforbiciata sulle previsioni per il biennio successivo con un Pil a +1% nel 2024 (-0,3 punti) e +2,3% nel 2025 (-0,2 punti). Per l'Eurozona invece – spiega S&P – "nonostante il solido inizio del 2023, il nostro scenario di base rimane di stagnazione della crescita, con un rischio elevato di una lieve recessione in futuro. Abbiamo rivisto al ribasso le nostre previsioni sul PIL della zona euro all'1,0% dall'1,4% e prevediamo che ci vorrà fino al 2025 prima che la crescita del PIL torni al potenziale".

Brutte notizia anche per l'inflazione core che "non tornerà all'obiettivo prima del terzo trimestre del 2025, costringendo la BCE ad alzare i tassi più a lungo di quanto previsto in precedenza, probabilmente fino a quando il tasso di deposito non raggiungerà il 3,50% entro questa estate, a meno che le continue turbolenze del mercato non minino le attuali prospettive di crescita e inflazione".

Per l'agenzia "le prospettive a breve termine per l'economia della zona euro appaiono complicate. La politica monetaria restrittiva si trasmetterà alla domanda interna, mentre i tassi di interesse dovrebbero tornare positivi in termini reali nel 2024. Allo stesso tempo, la produzione e il mercato del lavoro potrebbero perdere slancio". Complessivamente – conclude l'analisi – "i rischi al ribasso sono aumentati: una flessione più marcata del previsto potrebbe essere provocata da un rallentamento della spesa (canale reale), da una riduzione dei prestiti (canale finanziario) o da entrambi".