M5S: due dissidenti non voteranno il decreto sicurezza

Si fanno sempre più forti le tensioni all'interno del M5S. Sono due od ora i dissidenti dichiarati, ma non mancano altre manifestazioni di malumori.

Tensioni all’interno del Movimento 5 Stelle.

All’assemblea congiunta convocata da Luigi Di Maio per le 21:30 di martedì 30 ottobre per discutere di dei punti più spinosi del momento – Tap, manovra finanziaria e decreto sicurezza – non prenderà parte Paola Nugnes, senatrice che da sempre si è opposta alle decisioni del governo in materia di immigrazione e sicurezza. Della stessa opinione anche Mattia Mantero, senatore 5 Stelle, che ai microfoni della trasmissione “Un Giorno da Pecora” di Rai Radio 1 ha fatto sapere di non trovarsi d’accordo con il decreto sicurezza.

L’opposizione di Paola Nugnes

È molto chiara la posizione assunta da Paola Nugnes, senatrice del M5S, che da subito si è opposta con forza alle posizioni assunte dal governo in tema di sicurezza ed immigrazione. La senatrice, che ha deciso di non partecipare all’assemblea convocata da Di Maio, ha affermato che è ormai troppo tardi per discutere del decreto sicurezza e trovare un punto di incontro. “Questo provvedimento è partito male” ha dichiarato “E nel caso ci fosse bisogno della fiducia, mi riservo di decidere su quale sia la soluzione migliore”.

Nugnes inoltre si è detta rammaricata per l’allontanamento dalla visione originaria che il M5S sta vivendo, visione originaria di cui invece lei si definisce un’orgogliosa custode.

Contrario anche Mantero

Non molto diversa anche la posizione di Matteo Mantero, il senatore 5 Stelle che ai microfoni di Rai Radio 1 ha ammesso di non avere intenzione di votare a favore del decreto sicurezza, anche in caso di fiducia. Un’affermazione molto forte, soprattutto in virtù del fatto che i vertici del Movimento hanno dichiarato inammissibile il voto contrario.

Ma Mantero si dice pronto ad assumersi tutte le responsabilità del caso. E ha aggiunto che è vero che il 5Stelle è compatto come una testuggine, ma è bene fare attenzione alla direzione che questa testuggine può prendere. “Se deviasse troppo verso destra, bisognerebbe riportarla più verso il centro” ha affermato sibillino, citando le stesse parole del vicepremier Di Maio.

Numeri pericolosi

Una manciata di voti potrebbero mettere a rischio l’attuale governo.

La differenza di voti a favore della coalizione M5S-Lega è infatti davvero minima (16 voti in Senato, appena uno in commissione Affari costituzionali del Senato) e potrebbe rappresentare un problema quando il decreto approderà in Aula, lunedì 5 Novembre, soprattutto qualora fosse necessario ricorrere alla fiducia. Ad ora, però, sono solo due i voti in dubbio, ma non sono stati pochi i segnali di malumore emersi negli ultimi giorni. Se i “dissidenti” quindi dovessero salire ad una decina, questo potrebbe sì mettere a rischio il governo.

Non resta quindi che aspettare le prossime evoluzioni.