> > Decreto sicurezza verso la fiducia: rischio franchi tiratori

Decreto sicurezza verso la fiducia: rischio franchi tiratori

decreto sicurezza

Il M5S non è compatto sul decreto sicurezza come vorrebbe Luigi Di Maio. Con il voto di fiducia i franchi tiratori potrebbero far cadere il governo.

Il governo starebbe pensando di blindare il decreto sicurezza con il voto di fiducia. Una parte del MoVimento 5 Stelle infatti non è disposto a votare il testo così come presentato da Matteo Salvini. “Non siamo spingibottoni” avvertono i dissidenti. Luigi Di Maio chiede “compattezza” ma alcuni senatori si starebbero “sfilando dalla testuggine romana”. E il rischio dei franchi tiratori rimane concreto.

Malpancisti 5 stelle contro decreto sicurezza

Luigi Di Maio ha chiesto “compattezza” all’interno del MoVimento 5 Stelle. Dobbiamo avanzare come “la testuggine romana, una formazione di fanteria dell’esercito romano che era di grande complessità perché richiedeva un importante coordinamento collettivo” ha sottolineato il capo politico pentastellato. All’interno del movimento infatti aumentano i dissapori, e forse anche i dissidenti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il dietrofront sul Tap.

“Questi cedimenti non ce li possiamo permettere. – afferma però Di Maio – Non possiamo permetterceli come MoVimento 5 Stelle, non possiamo permetterceli come governo e soprattutto non possiamo permetterceli come Italia”. Gli “irriducibili”, come vengono chiamati, si stanno però sfilando dalla testuggine è ciò rischia di mettere a repentaglio la tenuta del governo. Alcuni senatori del M5S hanno infatti annunciato che non sono disposti a votare il decreto sicurezza così come è stato pensato da Matteo Salvini. Sono pochi, ma potrebbero essere decisivi perché a Palazzo Madama i giallo-verdi hanno appena 6 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta.

I dissidenti che ci hanno messo la faccia, e la firma sugli emendamenti, sono Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Elena Fattori e Matteo Mantero. Ma i malpancisti sono molti di più. Ecco quindi che in queste ore spunta l’idea di blindare il testo con il voto di fiducia. Paola Nugnes però ha già avvertito: “Noi non siamo ‘spingibottoni’. Vogliamo un confronto e una decisione che sia assembleare. Bisogna rispondere agli elettori a cui abbiamo chiesto il voto”. I “franchi tiratori”, quindi, potrebbero essere dietro l’angolo.