Via della Seta, Luttwak contro il governo: "Decisione da analfabeti"

La Via della Seta è un accordo fatto da "gente ignorante". E' categorico il politologo Edward Luttwak, e avverte: "La Cina non è riconoscente".

Per il governo gialloverde la nuova Via della Seta è una scelta economica compatibile con l’Alleanza atlantica.

Il patto negoziato con la Cina “imposta la collaborazione in modo equilibrato e mutualmente vantaggioso, in pieno raccordo con l’Agenda 2030, l’Agenda 2020 di cooperazione Ue-Cina e la Strategia Ue per la connettività euroasiatica” assicura infatti Giuseppe Conte, per cercare di tranquillizzare i partner europei e americani. Non la pensa alla stessa maniera il politologo Edward Luttwak.

“Decisione da analfabeti”

In un’intervista al corriere.it, il premier Giuseppe Conte afferma che l’Italia con Pechino deve “riequilibrare la bilancia commerciale, attraverso un maggior accesso al mercato cinese per i nostri beni, dall’agroalimentare al lusso, e per i nostri servizi, – aggiungendo – e qui mi riferisco all’eliminazione delle barriere al mercato degli appalti in Cina“.

Il politologo americano Edward Luttwak si dice invece certo che questo accordo sarà per il nostro Paese un vero e proprio boomerang. “Questa decisione rischia di far pagare all’Italia un prezzo molto alto” avverte in un’intervento su Il Giornale. “I Paesi che fanno accordi di questo tipo con la Cina finiscono per importare più prodotti cinesi, non per esportare di più. Se lo scopo era di vendere, sacrificare l’alleanza strategica dell’Italia per scopi commerciali, allora è una decisione da analfabeti” afferma l’economista.

“Non capiscono che nell’economia cinese la gente non compra prodotti stranieri per riconoscenza, hanno firmato l’intesa quindi ora compriamo la loro merce. Assolutamente non funziona così con Pechino. I cinesi non importano dall’estero quello che possono fare in casa loro”, sottolinea infatti il 76enne.

“Xi Jinping non è Babbo Natale”

Luttwak non nasconde il proprio pensiero e bolla quindi come “gente ignorante” chi siede al governo, perché ha “confuso Xi Jinping, il dittatore cinese, con Babbo Natale”.

“I cinesi vanno a fare infrastrutture nei paesi sottosviluppati, dove possono costruire fregandosene delle regole ambientali, delle norme, facendo quello che gli pare. – ricorda – Non in Italia. Sperare in una mancia da Pechino è segno di grande debolezza, è la solita tentazione italiana di sgambettare gli Stati Uniti e gli alleati”.