Caso Siri, Di Maio: "Tutto per l'attaccamento a una poltrona"

Il vicepremier pentastellato ha annunciato: "Andremo in Cdm. Abbiamo la maggioranza assoluta e voteremo per la sua decadenza".

Luigi Di Maio torna a parlare del caso Siri, a poco più di ventiquattr’ore dalla conferenza stampa di Giuseppe Conte.

Lo ha fatto durante un comizio elettorale a Casoria, riporta Fanpage. “Mi meraviglio: tutto questo casino per l’attaccamento a una poltrona“, ha esordito il vicepremier grillino, in riferimento agli alleati di governo. Quello del sottosegretario è “un caso che si poteva risolvere in due minuti. La gente mi dice di non litigare ma io dico che quando ci vuole ci vuole”. Davanti alla decisione del premier di chiedere la revoca di Siri, ha annunciato che, come Movimento, “andremo in Consiglio dei ministri.

Abbiamo la maggioranza assoluta e voteremo per la sua decadenza“.

“Non lo lasceremo sottosegretario”

“Se diciamo che siamo il governo del cambiamento, che siamo diversi da quelli di prima, non possiamo permettere che ci sia una persona che dalle carte sembra che abbia aiutato un piccolo personaggio, e lo lasciamo a fare il sottosegretario“, ha continuato Di Maio. Il rischio è quello di perdere credibilità davanti agli elettori: “Lo dobbiamo fare perché alla fine voi smettete di avere fiducia nelle leggi.

Dobbiamo smettere di dire che è cosa di niente, perché per averlo detto negli ultimi vent’anni abbiamo ridotto il Paese a cosa di niente”.

Taglio dei parlamentari e autonomia

Il comizio è stata anche l’occasione, per Di Maio, di fare luce su alcuni punti chiave del programma del Movimento, a partire dalla legge costituzionale che stabilisce il taglio di 347 parlamentari. Grazie alla nuova norma, prevista per agosto, “tagliamo di un terzo i parlamentari.

Ma dovete sapere una cosa: il Pd vuole votare contro. Non accettiamo che la Lega temporeggi, non è una questione economica ma di civiltà”. Scontro con la Lega anche a proposito delle autonomie regionali: “Non dico che l’autonomia non si debba fare, ma non accetto che si arrivi a una scuola e una sanità di serie A e di serie B. Il Movimento non permetterà i concorsi regionali, per i quali gli insegnanti avranno stipendi diversi.

Va bene dare più autonomia a Lombardia e Veneto, ma non a scapito delle altre regioni e del Sud”.

Reddito: “Diritti ma anche doveri”

Il ministro si è poi rivolto a coloro che beneficiano del reddito di cittadinanza, annunciando che “a breve devono firmare un contratto con me e accettare il lavoro. Pretendo serietà. Abbiamo fatto il reddito, stanno arrivando le card, ma ora ci sono i doveri e non solo i diritti.

Formazione e reinserimento nel lavoro che proporremo e, se non sarà qui vicino, sarà un po’ più lontano”.