Recovery Fund, informativa di Conte al Senato: "Decisione storica"

Si è conclusa l'informativa del Premier Conte al Senato sull'intesa raggiunta sul Recovery Fund: alle 16 vi sarà quella alla Camera.

Dopo essere tornato da Bruxelles e aver incontrato il Capo dello Stato Sergio Mattarella, il Premier Conte ha pronunciato un’informativa in Senato per riferire dell’accordo ottenuto in sede europea sul Recovery Fund.

Alle 16 riferirà invece a Montecitorio.

Informativa di Conte al Senato

Si è trattato di un vertice straordinario in linea con l’elevata posta in gioco. L’intesa raggiunta rappresenta un passaggio fondamentale che ci spinge ad affermare che l’Europa è stata all’altezza della sua storia, della sua missione e del suo destino.

La crisi ha profondamente scosso i cittadini europei e inciso sulle economie costringendo a riconsiderare in modo repentino prospettive e modelli di sviluppo. L’Unione Europea ha saputo rispondere con coraggio e visione fino ad approvare per la prima volta un programma di rilancio finanziandolo tramite l‘emissione di titoli di debito autenticamente europei. In passato si ricorreva a logiche di Austerity. Oggi l’approvazione del poderoso piano di finanziamento è orientato alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile nel segno della digitalizzazione e della transizione ecologica.

Il Consiglio ha abbracciato una diversa prospettiva in favore di un’Europa più coesa, inclusiva, solidale e vicina ai cittadini.

Si è trattato di una interlocuzione serrata e complessa in cui si sono confrontate una pluralità di posizioni e interessi. Un intenso impegno politico e diplomatico ha consentito di vedere confermato, pur a fronte di un riequilibrio tra sussidi e prestiti, causato dalla visione anacronistica di pochi stati membri, il valore originario del piano.

Abbiamo lavorato non solo per tutelare la dignità del nostro paese ma anche per salvaguardare le prerogative delle istituzioni europee da alcuni tentativi insidiosi emersi durante il negoziato di snaturare l’essenza autenticamente comunitaria contribuendo alla piena affermazione del principio di solidarietà.

Ci sono stati momenti in cui la rigidità delle differenti posizioni sembrava insuperabile. Tuttavia continuavo a maturare la consapevolezza di un profondo senso di responsabilità verso i nostri popoli.

Non potevamo fallire né cedere ad un mediocre compromesso. Si tratta di un risultato che appartiene all’Italia intera.

Risorse e freno di emergenza

Le risorse del fondo potranno essere impiegate fino al 31 dicembre 2023. Il 70% di esse saranno disponibili dal biennio 2021-2022 fino al 2026 quando inizierà il periodo di restituzione da parte degli stati membri. Oltre al fulcro del programma ci sarà Invest Ue sosterrà gli investimenti privati e React Ue grazie al quale potranno essere costituiti gli investimenti anti Coid a sostegno del reddito dei lavoratori e della liquidità delle imprese.

Un altro risultato è che il meccanismo di governance preserva le competenze della Commissione sull’attuazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza. Questi saranno approvati dal Consiglio Europeo a maggioranza qualificata mentre i singoli sborsi verranno decisi dalla Commissione sentito il Consiglio. Anche il freno di emergenza avrà una durata massima di 3 mesi e non potrà prevedere un diritto di veto.

Il Consiglio Europeo ha anche approvato il bilancio pluriennale.

Il saldo italiano, pur restando negativo, migliora rispetto a quello attuale (2014-2020) passando da -0,24% a -0,17% del Pil. In termini assoluti si passa da -4,11 a -2,9 miliardi in media all’anno. Si tratta di un risultato decisivo. Sempre in materia di coesione è stata ottenuta maggiore flessibilità sull’uso dei fondi strutturali, cosa che consentirà di orientare meglio la spesa verso le esigenze specifiche delle diverse aree territoriali.

Il piano di interventi nazionale

Ora dovremo provvedere al piano di interventi di cui abbiamo già posto le basi. Dovremo impiegare in maniera efficiente le nuove risorse per finanziare gli investimenti necessari per affrontare con successo le sfide del futuro. Il governo si assume la responsabilità di realizzare questo piano con impegno, determinazione e lungimiranza. Con la consapevolezza che il futuro dei nostri cittadini passerà anche dal saper dimostrare di cogliere questa opportunità storica manifestando capacità decisionale e attuativa che non ceda a particolarismi.

Questi giorni di negoziato ci rafforzano nella convinzione che l’interesse nazionale va perseguito all’interno del perimetro europeo. Visioni egoistiche non offrono nessuna risposta efficace se non quella di alimentare le paure dei cittadini. Il piano della ripresa sarà un lavoro collettivo. Dobbiamo impegnarci per alimentare la fiducia nelle istituzioni italiane ed europee. Con l’accordo raggiunto al Consiglio Europeo sembra realizzarsi l’auspicio espresso da Jacques Delors, da molti evocato lunedì 20, quando 27 anni fa, il 10 febbraio 1993, dinanzi al Parlamento affermò: ‘E’ veramente giunto il momento di collocare il fiore della speranza al centro del giardino europeo‘”.

Informativa di Conte sul Recovery Fund

Come di consueto è possibile ascoltare i discorsi del Premier in diretta sui suoi profili social nonché sui canali YouTube di Palazzo Madama e Montecitorio. Il fulcro dell’informativa, a distanza di una settimana da quella che aveva preceduto il Consiglio Europeo, riguarda i dettagli dell’accordo siglato con gli altri 26 paesi dell’Unione.

Al centro della comunicazione ci saranno in particolare i fondi del Next Generation Eu, le tempistiche delle sovvenzioni e gli impegni che l’Italia dovrà mantenere per poter avere a propria disposizione i 209 miliardi a lei destinati.

Una cifra che, aveva già spiegato prima di lasciare la capitale belga, consentirà al nostro paese “la possibilità di ripartire e cambiare volto“.

Per presentare all’Europa il programma di interventi ci sarà tempo fino ad ottobre, ma già da subito il governo punta ad istituire una task force per costruirlo. “La sua costruzione, al di là di uno staff che ha già lavorato al piano di Rilancio, sarà una delle priorità che andremo a definire in questi giorni perché dovrà partire al più presto“, aveva spiegato il ministro Gualtieri.

Non sembra all’ordine del giorno il tema Mes, uno dei più divisivi all’interno della maggioranza, che probabilmente Conte eviterà di trattare in Parlamento. Già il giorno precedente aveva affermato che non era obiettivo dell’esecutivo usarne i fondi, posizione differente da quella del Partito Democratico.