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Recovery Fund: cosa prevede l'accordo raggiunto

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Nuovo accordo per il Recovery Fund ed è quello decisivo: ma cosa prevede? Tutte le novità.

Ci sono voluti quattro estenuanti e lunghissimi giorni ma alla fine è stato trovato un accordo sul Recovery Fund. All’alba delle 5:30 di martedì 21 luglio una serie di cinguettii su Twitter e annunci a mezzo stampa da parte dei leader europei, la maggior parte festanti. Il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, si è lasciato andare a un netto ‘Deal’; Macron ha parlato di giorno storico, Conte in conferenza stampa ha ribadito la forza dell’Italia e dell’Unione Europea che deve continuare a lavorare unita. Ma, in soldoni, cosa prevede l’accordo sul Recovery Fund e quali sono le novità dopo il tavolo di trattative e i lunghi bracci di ferro?

Cosa prevede l’accordo sul Recovery Fund

Sono diverse le novità presenti sui tavoli europei: anzitutto, confermato il valore del pacchetto di fondi che resta pari a 750 miliardi. Così suddivisi: 390 per le sovvenzioni a fondo perduto (dunque senza prestito) e 360 per prestiti. Rispetto a prima, ovvero a quanto aveva proposto la von der Leyen, si perdono 110 miliardi a fondo perduto (era stata stanziata quota 500) e aumentano i secondi come richiesto espressamente dai ‘Frugali’.

Inoltre, ai ‘Frugali’ – per far digerire il mancato veto – aumentano gli sconti ai loro contributi al bilancio dell’Unione Europea: la Danimarca passa da 197 milioni inizialmente proposti a 322 milioni; l’Austria da 237 a 565; la Svezia da 798 a 1,069 miliardi; l’Olanda da 1,576 miliardi a 1,921. Per la Germania conferma a 3,671 miliardi.

Gli aiuti per l’Italia

Tornando ai fondi stanziati, il nuovo accordo sul Recovery Fund comporta un grandissimo risultato per l’Italia che potrebbe vantare su un totale degli aiuti pari a 208,8 miliardi così suddivisi: 81,4 sussidi e 127,4 prestiti. La prima proposta, invece, prevedeva 81,807 miliardi e 90,938 rispettivamente per un totale di 173,826 miliardi. L’Italia avrà una leggera diminuzione per i sussidi a fondo perduto (-0,407 miliardi) e un aumento dei prestiti (+36,462 miliardi).

Per l’Italia è importante l’allocazione delle risorse: il Fondo per la ripresa e la resilienza (vale 672,5 miliardi di cui 360 per prestiti e 312,5 per sussidi) e il programma ReactEu per la coesione territoriale (47,5 miliardi). Si tratta dei capitoli sui quali l’Italia ha il ritorno maggiore.