Crisi di governo, perché il Conte ter è sempre più vicino

Scartata l'ipotesi elezioni, anche il governo istituzionale sembra allontanarsi: il Conte ter appare sempre più vicino.

Sebbene tutte le strade siano ancora aperte, il Conte ter sembra sempre più vicino: tutti i partiti che dovrebbero sostenere il nuovo governo (eccetto Italia Viva, che ora preferisce “parlare di programmi e non di nomi“) e con cui Fico si è consultato hanno espresso la loro volontà di veder assegnato nuovamente all’avvocato pugliese l’incarico di Premier allontanando l’ipotesi di un esecutivo istituzionale.

Ipotesi Conte ter

Per restare nelle stanze di piazza Colonna, il capo del governo dimissionario dovrà però pagare un prezzo, ancora da stabilire in base ai tavoli di confronto che avranno inizio in queste ore. Ora che Renzi ha accettato di sedere al tavolo con il Presidente della Camera, toccherà infatti a lui non far saltare tutto ponendo veti su programma e ministri rischiando di finire commissariato dai partiti.

Questi potrebbero spingerlo ad accettare il ritorno della formula dei due vicepremier come nel Conte Uno ma anche un sottosegretario alla presidenza che non sia un suo fedelissimo e una sorta di cabina di regia politica che prenda le decisioni cruciali, a partire da quelle sul Recovery.

Un nuovo governo Conte sembra più vicino anche perché il Partito Democratico non hanno dimenticato il prezzo elettorale pagato dopo il sostegno ai governi tecnici (come quello di Monti). Cosa che li spingerebbe a proseguire con un esecutivo politico e non istituzionale. Il gran visìr del Nazareno Goffredo Bettini ha infatti indicato in due la strade possibili da percorrere: “Conte ter o elezioni tra maggio e giugno“. E dato che da Movimento Cinque Stelle a Italia Viva non c’è alcuna intenzione di tornare al voto, si potrebbe tentare di tutto pur di dar vita ad un Conte ter.