Draghi, cambia il nome del “Dl Ristori”: arriva il “Decreto Sostegno”

Si chiamerà “decreto sostegno” la misura di aiuti varata dal Governo Draghi chiudendo la stagione del dl Ristori.

Cambia il nome, ma non la sostanza.

Con l’arrivo del Governo Draghi si è chiuso il capitolo del decreto legge denominato “Ristori” che ha lasciato al decreto “sostegno” che idealmente vuole proseguire la linea di Conte seppure con molte novità.

Draghi, arriva il “Decreto sostegno”

Il decreto ristori cambia ufficialmente nome. Nei prossimi giorni potrebbe entrare in vigore il nuovo decreto sostegno del Governo Draghi il cui testo definitivo, stando a quanto riportato da ANSA potrebbe arrivare già dalla prossima settimana.

Una serie di misure alle quali stanno lavorando i ministeri che segna la fine di quella che sarebbe stata la quinta serie di ristori.

Se da un lato il decreto sostegno sembra voler dare corpo alla ormai avviata stagione del Governo dall’altra questo cambio di nome potrebbe simboleggiare il cambio di passo rispetto al Governo precedente, pur mantenendone almeno nella forma molte misure figlie del Governo Conte bis.

Gelmini: “Entreremo in vigore di lunedì”

Una delle novità più significative è senz’altro la scelta dell’esecutivo di entrare in vigore di lunedì. A dichiararlo il Ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini che a questo proposito ha dichiarato: “Per rendere più agevole la programmazione delle attività economiche, le chiusure non entreranno più in vigore di domenica ma di lunedì. Questo avevano chiesto le Regioni e questo abbiamo ottenuto. Così aiutiamo anche le attività economiche a non perdere il weekend”.

Ad evidenziare la necessità di mettere mano sul sistema dei ristori il Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini che qualche giorno fa aveva messo in luce il fatto che ogni misura dovrà essere accompagnata da adeguati ristori.

Si potranno incontrare non conviventi

Stop alla raccomandazione di non ricevere non conviventi se non per necessità. Con il Nuovo Dpcm sarà possibile incontrare anche le persone non conviventi.

A casa con febbre a 37,5°

Per chi ha la febbre superiore a 37,5° si sta casa: “I soggetti con infezione respiratoria caratterizzata da febbre (maggiore di 37,5 ) devono rimanere presso il proprio domicilio, contattando il proprio medico curante“, lo si legge dalla nuova bozza.