Mercoledì sera, come ha raccontato Matteo Salvini al Corriere della Sera, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato una riunione d’urgenza a Palazzo Chigi. Il motivo? Affrontare il nodo apertosi dopo la decisione della Corte dei Conti, che ha negato il visto di legittimità alla delibera del Cipess sull’opera, vediamo meglio nel dettaglio di cosa si tratta.
Ponte Stretto, riunione a Palazzo Chigi dopo lo stop della Corte dei Conti
La riunione per il ponte sullo stretto a Palazzo Chigi è prevista per la mattina seguente, alle 10.30, l’atmosfera è quella delle grandi occasioni, anche se il tono sembra essere tutt’altro che sereno. «L’obiettivo è trovare una soluzione per far partire i lavori», si legge in una nota del Ministero delle Infrastrutture.
Salvini, è determinato, è al Mit con tecnici e dirigenti per capire come muoversi in quest’occasione… “Il governo può andare avanti”, ha spiegato al quotidiano, in effetti la legge lo consente: in caso di rifiuto della Corte, il Consiglio dei ministri può deliberare comunque l’atto, assumendosi la responsabilità politica della scelta.
Ed è qui che interviene Matilde Siracusano, sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, che conferma a chiare lettere: «Altro che game over. L’Esecutivo potrà assumersi la responsabilità politica di superare i rilievi della Corte dei Conti».
Palazzo Chigi, le reazioni e il monito della Corte dei Conti
Dall’altra parte, le opposizioni al momento parlano di “reazione di inaudita gravità”. In Aula, il deputato del Pd Andrea Casu, a nome anche di M5S e Avs, ha chiesto un’informativa urgente al governo… «È una situazione gravissima», ha detto, «la premier Meloni e il ministro Salvini vogliono porsi al di sopra della legge».
La Corte dei Conti, dal canto suo, ha diffuso una nota per difendere il proprio operato, “Sono stati valutati profili giuridici e la tutela della spesa pubblica”, si legge. E aggiunge: “Le critiche devono svolgersi nel rispetto dell’operato dei magistrati”.
Le motivazioni della decisione saranno pubblicate entro 30 giorni, nel frattempo, restano sotto la lente le coperture economiche, le stime di traffico, le norme ambientali e la compatibilità con le regole europee.
Un punto fermo, insomma, ma anche una frattura politica? E mentre i ministri si confrontano nelle stanze di Palazzo Chigi per una riunione, il Ponte sullo Stretto torna a essere non solo un progetto infrastrutturale, ma un simbolo di potere, di sfida e – per molti – di equilibrio tra i poteri dello Stato.