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Omicidio Giulia Tramontano, inizia il processo d'appello per Impagnatiello: la data

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Fissata la data del processo d'appello per Alessandro Impagnatiello, accusato dell'omicidio della fidanzata incinta Giulia Tramontano.

Il caso dell’omicidio di Giulia Tramontano, la giovane incinta uccisa nel maggio 2023 a Senago dal suo compagno Alessandro Impagnatiello, continua a tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica. Dopo la condanna all’ergastolo in primo grado, ora si apre una nuova fase con il processo d’appello, che mira a rivedere la sentenza.

Omicidio Giulia Tramontano e la condanna a Alessandro Impagnatiello

I giudici della Corte d’Assise di Milano, nelle motivazioni della sentenza di primo grado depositata a febbraio, hanno sottolineato che Impagnatiello ha pianificato l’omicidio della fidanzata per quasi sei mesi. Durante questo periodo, avrebbe cercato più volte di avvelenarla utilizzando veleno per topi e ammoniaca. Le prove di questa premeditazione, secondo quanto emerso dalla sentenza, si trovavano nelle ricerche online effettuate dal barman dell’Armani Cafè, tra cui termini come “come avvelenare una donna incinta”.

Inoltre, la Corte ha accertato che Impagnatiello ha aggredito Giulia con 37 coltellate dopo che la donna aveva scoperto la relazione con una collega e dopo un incontro tra le due. Secondo quanto riportato dai giudici, undici di queste coltellate sono state inferte mentre la vittima era ancora viva, in un momento in cui, pur per pochi secondi, Giulia si è resa conto che la sua morte avrebbe comportato anche la fine del bambino che portava in grembo.

Omicidio Giulia Tramontano, processo d’appello per Impagnatiello: data fissata

Il processo di appello contro la condanna all’ergastolo di Alessandro Impagnatiello, accusato dell’omicidio della fidanzata incinta Giulia Tramontano, è stato fissato per il 25 giugno. Nel maggio 2023, a Senago Impagnatiello uccise la 29enne, al settimo mese di gravidanza, scatenando una grande ondata di indignazione. La Corte di primo grado aveva deciso di infliggere la pena massima, contestando le aggravanti di crudeltà e premeditazione.

Giulia Geradini e Samantha Barbaglia, legali dell’uomo, sostengono che il comportamento “grossolano” dell’imputato, che tentò di bruciare il corpo di Giulia nella vasca da bagno, contrasti con l’immagine di uomo freddo e calcolatore dipinta dall’accusa.

La difesa ora punta a rivedere la sentenza, chiedendo l’eliminazione di queste aggravanti e il riconoscimento delle cosiddette “aggravanti generiche”. Sebbene queste ultime non influenzino l’entità della pena, permetterebbero comunque di aprire la porta a una forma di giustizia riparativa.